

Submarino

Nick e suo fratello minore hanno vissuto un'infanzia segnata dalla povertà, dagli abusi e da una madre alcolizzata, finché una tragedia non ha distrutto la loro famiglia e li ha separati per molti anni. Oggi Nick ha 33 anni ed è appena uscito di prigione. E' un uomo che sa cosa vuole: allenarsi duro e bere forte per riuscire a affrontare il mondo. Suo fratello è un padre single e un tossicodipendente a cui importano solo due cose: la dose quotidiana di eroina e il sogno di una vita migliore per il figlio di 6 anni. I passi dei fratelli, che in qualche modo si cercano, s'incrociano spesso, ma i due s'incontreranno solo dopo essere finiti entrambi in prigione. Il titolo del film "Submarino" si riferisce al tristemente noto metodo di tortura che consiste nel simulare l'annegamento del prigioniero.

di Pierpaolo Festa
"Volevo raccontare una storia su delle persone che cercano di
prendersi cura l'uno dell'altro, il tutto ambientandola in circostanze
buie e gelide" - Thomas Vinterberg.
Ex socio di Lars Von Trier nel movimento "Dogma", il danese Vinterberg torna ai temi drammatici dopo aver realizzato la tanto discutibile commedia "Riunione di famiglia". S'intitola "Submarino"
ed è praticamente un'infinita tragedia in molto più di tre atti. Lo
scopo del regista è quello di riflettere sul lato oscuro della vita. Ci
racconta la storia di due fratelli e tutte le tragedie da cui vengono
colpiti. Si comincia col bambino che devono accudire al posto della
madre alcolizzata. La macchina da presa osa sul cadavere del neonato e
quello è solo "il biglietto da visita" del film. Dissolvenza, riecco i
fratelli trent'anni dopo: la loro vita è distrutta, i loro rapporti
inesistenti. Uno è un ubriacone il cui cuore è stato spezzato dalla
donna che amava. L'altro è un vedovo con figlioletto a carico. I
servizi sociali minacciano di togliergli il ragazzino, non solo a causa
della sua difficoltà nel trovare lavoro ma soprattutto per la sua
dipendenza da eroina. La fortuna però è dietro l'angolo e cosa fa il
padre single? Decide di mettersi a spacciare per le strade. Riuscirà a
salvarsi dalla galera?
Già a metà film lo spettatore viene messo KO dalla cupezza dei toni:
quella stessa riflessione sull'oscurità che il regista voleva esplorare
diventa invece il pretesto per un'ostentazione gratuita capace di far
star male chi guarda lo schermo. Non stupitevi se alla fine del film
uscirete dal cinema di pessimo umore. O vi sentirete perfino presi in
giro, dal momento che nel mondo decadente messo in scena da Vinterberg
c'è comunque il sole all'orizzonte. Alla fine si è improvvisamente
capaci di amare e di trovare amore, nonostante i terribili eventi messi
in scena. Decisamente impossibile trovare una storia più forzata di
questa.