NOTIZIE

Alice Rohrwacher, di nuovo a Cannes dopo Corpo celeste

Alla Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes nel 2011, oggi la regista concorre alla Palma d'Oro

Corpo celeste

24.04.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Arrivata sulla scena cinematografica italiana come 'sorella di Alba', la minore delle due Rohrwacher si e' immediatamente imposta come voce e sguardo originali e capaci di svincolarsi da modelli abituali sin dal suo primo film (escludendo il documentario collettivo del 2006, Checosamanca), Corpo celeste, presentato alla Quinzaine des réalisateurs del Festival di Cannes del 2011 con un successo di critica notevole, e piuttosto plebiscitario.

Documentaristico era, ancora, in qualche maniera, anche lo stile di quella sua Opera Prima, uno spaccato inquietante della nostra modernita', pur ripresa in una realta' minore, del Sud Italia. Un microcosmo nel quale i rapporti della comunita' passano ancora attraverso la religione e certe liturgie, non solo ecclesiastiche. Un percorso a ostacoli nel quale si trova a doversi districare, accettandolo per essere accettata, la tredicenne Marta appena tornata dalla Svizzera nella citta' natale della madre, Reggio Calabria.



La cresima, la scoperta delle miserie di personaggi solitari prima che inquietanti e della convenzionalita' di certe dinamiche sono talmente espliciti come elementi negativi da far trascurare quasi il distacco con il quale - a differenza dello spettatore, trascinato dall'empatia e dallo sdegno - la giovane Yle Vianello si mostra e vive la sua personalissima 'ascensione'.

E' lei molta parte del film, ma le scelte tutte di casting (da Anita Caprioli a Salvatore Cantalupo) meritano ogni complimento possibile alla regista, capace di presentarci una fotografia - pur 'ritoccata' - in cui specchiarsi, con sgomento. Terrorizzati, quasi, dal non poterci illudere di essere superiori e lontani da un Paese che replica modelli televisivi nei contesti piu' sacri e si sperava inviolabili da tanta 'temporalita''.

L'effetto ultimo - accentuato da una fotografia ora sgranata e sovraesposta, ora cupa e spenta - e' fortemente ipnotico, e capace di trascinarci sulle onde emotive della scoperta del proprio Corpo, celeste e non, di Marta. Senza darci punti di riferimento. Una capacita' che ora aspettiamo alla conferma dei fatti, grazie all'occasione offerta dalla inclusione in concorso, ancora al Festival di Cannes, del nuovo film di Alice Rohrwacher, Le meraviglie.



Ancora un dramma familiare, una storia privata e condivisa insieme, ambientato in Toscana durante una estate vissuta insieme da tre sorelle. Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Sabine Timoteo, Agnese Graziani, Monica Bellucci e Alba Rohrwacher fanno parte del cast di questa coproduzione italo-svizzero-tedesca che la Bim distribuira' a partire dal 22 maggio. "Che gioia essere in concorso al festival di Cannes. Speravo in una selezione, mi era stato detto che c'erano buone possibilità ma pensavo al Certain Regard o alla Quinzaine, mai alla gara principale, ne sono felice - ha commentato la regista, che racconta di esser scoppiata in lacrime per la gioia… - Non riuscivo a smettere. Credevo che i giochi fossero fatti, Poi la chiamata. La sorpresa, la gioia, il senso di responsabilità…".

Per le aspettative, immancabili, che siamo pronti a scommettere (o a sperare) poche volte saranno cosi giustificate. Come i nostri migliori in bocca al lupo.