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Top Five: riscoprire Matthew McConaughey

Cinque ruoli per capire quanto l'attore di Dallas Buyers Club sia grande

28.01.2014 - Autore: Marco Triolo
Da quando è uscito Magic Mike, apriti cielo: tutti hanno riscoperto Matthew McConaughey, volano frasi come “Chi l'avrebbe mai detto” e “Che grande rivelazione”, senza tenere da conto che McConaughey è sempre stato un grande attore, solo che si era adagiato su una sicurezza economica che gli imponeva ruoli in commediole senza spessore. Tiene famiglia, come biasimarlo. Ma a un certo punto si è guardato allo specchio e ha deciso che così non poteva proseguire, che c'era bisogno di fare un salto di qualità. Lasciati i panni dell'attore “che si toglieva la maglietta in ogni film”, McConaughey è diventato l'ultimo, credibile, bello e bravo di Hollywood. Ecco che torna in mente quando lo presentavano come “il nuovo Paul Newman”.

Leggete del nostro incontro con Matthew McConaughey a Roma.

Ora, l'attore ha ricevuto una meritatissima candidatura all'Oscar per Dallas Buyers Club, e ha fatto incetta di premi (Golden Globe, SGA, Critics' Choice e molti altri). Molti dicono che l'Oscar ce l'abbia già in tasca. Da parte nostra, abbiamo sempre saputo che questo giorno sarebbe arrivato: i segnali erano evidenti, specialmente nella sua filmografia recente. Ecco, dunque, cinque film che ci hanno fatto scoprire quanto Matthew McConaughey sia un grande.



La vita è un sogno (1993) – Richard Linklater
Arrivato in Italia con un titolo discutibile e un doppiaggio criminale, Dazed and Confused di Richard Linklater è uno dei grandi classici anni Novanta. Un film ambientato nell'estate del 1976 a Austin, Texas, nel quale McConaughey interpreta un personaggio iconico: quello dello strafatto David Wooderson, eterno ragazzone che ama le liceali perché “io invecchio, loro mai”. Un cult assoluto da recuperare rigorosamente in lingua originale, per godere dell'accento texano dell'attore e del suo grido di battaglia: “Allright, allright, allright”.



Killer Joe (2011) – William Friedkin
Il film della rinascita. William Friedkin chiama McConaughey a interpretare il ruolo dello sbirro che arrotonda come killer a pagamento, nel suo adattamento della pièce di Tracy Letts. Un personaggio sopra le righe, ironico, ma anche incredibilmente glaciale e inquietante, un predatore di nero vestito e dalla parlata fluente. Impagabile l'espressione dell'attore nella scena finale, stupendi i suoi duetti con uno spaesato Emile Hirsch.



Magic Mike (2012) – Steven Soderbergh
Il ruolo con cui molti hanno scoperto il “nuovo” McConaughey è quello di – ironicamente – Dallas, proprietario del locale di strip in cui si esibiscono i protagonisti di Magic Mike di Steven Soderbergh. Per una volta, McConaughey si toglie la maglietta per le giuste motivazioni e regala una performance magnetica. Un bel biglietto da visita che gli ha riaperto le porte giuste a Hollywood.



Mud (2012) – Jeff Nichols
Scandalosamente inedito in Italia (ma a Jeff Nichols era già capitato con Take Shelter, uscito molto tardi da noi), Mud è una sorta di moderno Tom Sawyer, in cui l'ottimo Tye Sheridan (vincitore del premio Mastroianni a Venezia per il suo ruolo in Joe) fa amicizia con il reietto Mud, in fuga a causa di un delitto passionale. Un'epopea di amicizia nel profondo Sud, e un personaggio struggente e disperato, ma caparbio e determinato a vivere. Insomma, un antieroe perfettamente nelle corde di McConaughey.



The Wolf of Wall Street (2013) – Martin Scorsese
McConaughey ha detto di aver stentato a crederlo, quando Martin Scorsese lo ha chiamato per chiedergli se volesse prendere parte a The Wolf of Wall Street. Eppure, il regista ci ha visto giusto: l'attore è perfetto nel ruolo dell'amorale e divertito maestro di vita di Leonardo DiCaprio. Un ruolo che è poco più di un cameo, ma che ha consacrato McConaughey nella Hollywood che conta: la scalata del cinema dei grandi autori proseguirà con Interstellar di Christopher Nolan. Ma con Wolf, l'attore texano ha già dimostrato di saper giocare in serie A.