Inkheart: La leggenda di cuore d'inchiostro

Inkheart - La leggenda di cuore d

Mortimer Folchart e sua figlia di dodici anni, Meggie, condividono la stessa grande passione per i libri ed entrambi possiedono il dono unico e magico di dar vita ai personaggi dei libri, semplicemente leggendo ad alta voce le loro storie. Ma il loro incredibile dono è anche decisamente rischioso, perchè ogni volta che danno vita ad uno dei personaggi dei libri che leggono, una persona reale scompare nelle sue pagine.. Durante una delle loro visite in un negozio di libri di seconda mano, Mo sente delle voci che non aveva più sentito da molti anni. Mo individua il libro da cui provengono le voci e, all'improvviso, sente un brivido percorrergli la schiena. Si tratta di Inkheart, un libro che contiene numerose illustrazioni di castelli medievali e di strane creature; è proprio il libro che Mo cerca da quando Meggie aveva tre anni, quando Resa, la mamma di sua figlia, è scomparsa all'interno del suo mondo fantastico. Il piano di Mo di utilizzare il libro allo scopo di trovare e salvare Resa è ostacolato da Capricorn, il malvagio cattivo di Inkheart, il quale rapisce Meggie e costringe Mo a dar vita ad altri malvagi personaggi dei libri. Determinato a salvare sua figlia e a rispedire i personaggi dei libri da dove sono venuti, Mo mette insieme un gruppo di alleati, sia reali che magici, e si avventura in un intrepido viaggio colmo di pericoli.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Inkheart
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Eagle Pictures
DURATA
106 min.
USCITA CINEMA
20/02/2009
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2008
Mo Folchart (Brendan Fraser) ha un dono straordinario ed insieme inquietante: quando legge un libro a voce alta, riesce a dar vita alle cose contenute nel testo, siano esse oggetti o esseri umani. Purtroppo però allo stesso tempo imprigiona nelle pagine del libro le persone che gli sono accanto.
Una sera, mentre sta leggendo alla sua bambina di quattro anni un libro intitolato “Inkhart” libera dalle pagine il pericoloso criminale Capricorno (Andy Serkis) ed il mangiafuoco Dita di polvere (Paul Bettany), ed imprigiona sua moglie Resa (Sienna Guillory) nel testo.

Nove anni dopo, Mo è ancora alla ricerca di una soluzione al problema: deve trovare a tutti i costi un'altra copia di “Inkheart” per riparare al danno fatto. Aiutato da sua figlia Meggie (Eliza Bennett), da Dita di Polvere e da tuta una serie di personaggi improbabili, usciti dalle pagine dei più famosi testi letterari, l'uomo proverà a contrastare il potere di Capricorno, che la esteso i suoi artigli su un piccolo paesino, e lo controlla come un tiranno.

Tratto dall'omonimo romanzo di Cornelia Funke, pubblicato nel 2003 e diventato subito un piccolo grande caso di best-seller internazionale, “Inkheart – La leggenda di Cuore d'Inchiostro” è l'ultimo di una serie di fantasy destinati ad un pubblico giovane.
Diretto con discreta agilità dall'inglese Iain Softley – già in passato autore di un bell'adattamento da Henry James nel 1997 con “Le ali dell'amore” (The Wings of the Dove, 1997) -, il film si presenta come un lavoro svolto con discreta professionalità, che scorre leggero in virtù di un ritmo della narrazione veloce e spigliato. Il regista dirige il tutto senza eccessivi virtuosismi, ma conferendo alla confezione un'impronta visiva tutto sommato più che accettabile, considerato che si tratta di una produzione non certo fantasmagorica come “Il signore degli anelli” (The Lord of the Rings, 2001). Merito della riuscita visiva di “Inkheart” sono anche le ambientazioni montane, suggestive e perfettamente funzionali alla storia.

Quando poi si ha un cast d'attori “all British” che copre i rispettivi ruoli di supporto, è certo un bel vantaggio. Caratteristi di valore assoluto come Helen Mirren e Jim Broadbent recitano come al solito con grande competenza, e Paul Bettany in un ruolo per lui insolito fornisce una prova che è senza dubbio quella che rimane maggiormente nella memoria dello spettatore. La scelta del protagonista, Brendan Fraser, è forse l'anello più debole di tutto il cast, ma alla fine anche lui sopperisce con la propria fisicità alla mancanza di una gamma attoriale variegata.

Divertente, ben ritmato, forse un po' confuso nel finale, “Inkheart” si presenta al pubblico come un prodotto di discreta fattura, non certo paragonabile alle produzioni più costose ma neppure avvicinabile ad esempio ad un film pessimo come “Eragon” (id., 2006). Uno spettacolo che alla fine si rivela semplice ma efficace intrattenimento per famiglie.

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