

In viaggio con una rock star

All'ambizioso Aaron Green (Hill) è stato affidato un compito decisivo per la sua carriera. La sua missione: Volare a Londra e accompagnare un dio del rock al famoso Greek Theatre di Los Angeles per la prima tappa di un tour di rientro sulle scene. Il suo capo e magnate della musica, Sergio Roma (Sean Combs) gli lascia solo un avvertimento: "L'artista è la specie peggiore sulla faccia della terra. Non gli voltare mai le spalle se tieni alla tua pelle." Il rocker inglese Aldous Snow (Brand) è un musicista geniale, ma a causa di una rottura dolorosa e una carriera in rapida discesa, è diventato un alcolista ed è un disastro ambulante. Stanco dei "yes men" e terrorizzato di essere entrato nel fare "greatest hits" della sua carriera, Snow si trova in mezzo ad una spirale in discesa. Quando scopre che l'amore della sua vita, modella/pop star Jackie Q (Rose Byrne) si trova a Los Angeles...

Se i veri protagonisti di “Non mi scaricare” erano Jason Segel e Mila Kunis, è innegabile che il personaggio che si è impresso maggiormente nella memoria collettiva è quello di Aldous Snow, l'eccentrica rock star interpretata da Russell Brand. Il regista Nicholas Stoller ha preso nota ed è tornato con uno spin-off da lui scritto e diretto,
incentrato totalmente sulla figura di Aldous. Saggiamente, però, Brand
non è stato promosso al rango di protagonista assoluto: come il Jack Sparrow di Johnny Depp, anche Snow funziona al meglio come spalla. Ed ecco che Stoller ha avuto il secondo colpo di genio: chiamare Jonah Hill per il ruolo del protagonista.
“In viaggio con una rock star” ha un titolo che si spiega da solo: meglio ancora se citiamo l'originale, “Get Him to the Greek” (“Portalo al Greek”). La storia ruota intorno ad Aaron Green (Hill), impiegato di una casa discografica che riceve l'incarico della
vita: scortare il capriccioso e imprevedibile Aldous da Londra a Los
Angeles, dove dovrà esibirsi in uno show commemorativo al Greek Theatre.
La strada sarà ricca di distrazioni, sesso, droga e pericoli di ogni
genere, e per il povero Aaron, colto nel bel mezzo di una crisi di
coppia, sarà dura resistere al fascino dello stile di vita rock n' roll.
Stoller mette in piedi la sua commedia basandola su un'idea tanto
semplice quanto funzionale: la contrapposizione tra Snow, “una delle
ultime rock star”, e Aaron, colletto bianco facilmente manipolabile e,
soprattutto, ben poco simpatico. E non è l'unico: il film è costellato
di personaggi disgustosi, dal discografico interpretato da Sean “P. Diddy” Combs, al padre di Aldous (l'ottimo Colm Meaney), alla sua ex-ragazza, la pop star Jackie Q (Rose Byrne), nessuno
si salva in questo caustico ritratto dello star system come di un mondo
di viziati pazzoidi che hanno perso il contatto con la realtà. Ed è proprio grazie all'incontro con Aaron che Aldous torna almeno in
parte con i piedi per terra e riesce a ricostruirsi una carriera.
Ma “In viaggio con una rock star” ha il pregio di non
soffermarsi troppo sui facili sentimentalismi e sugli archi di
maturazione da manuale, preferendo affondare i denti nella spazzatura: Aaron si ritrova coinvolto nelle situazioni più imbarazzanti, stomachevoli, umilianti,
mentre abbondano battute a sfondo razziale (spesso pronunciate da un
divertito P. Diddy) e volgarità assortite. Stoller non si fa mancare
nulla e sopperisce in cattiveria alla mancanza del genio di Segel, che
ha partecipato solo in qualità di compositore dei pezzi cantati da
Aldous. Il regista riprende anche uno stilema tipico del Frat Pack (il
gruppo di comici guidato da Ben Stiller), ovvero l'utilizzo di una sceneggiatura che si rifà ai – e allo stesso tempo mette alla berlina i – cliché hollywoodiani (vedere in questo senso “Palle al balzo”). Il gioco è già visto ma qui è ben dosato e non disturba.