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Tutti i segreti di Locke, grande cinema su quattro ruote

Arriva nei cinema il film sorpresa dell'ultima mostra di Venezia. Ne parliamo in esclusiva con il regista Steven Knight

28.04.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Un grande attore che sia in grado di reggere sulle sue spalle novanta minuti di film, una macchina che abbia lo spazio necessario per contenere tre videocamere ad altissima risoluzione, una serie di walkie talkie per comunicare con la troupe dispersa tra altre vetture e gli hotel adiacenti di un tratto autostradale britannico. Il tutto finanziato da un budget che più si abbassa più garantisce libertà creativa. Questo è tutto quello che serve per fare un grande film come Locke.  

Perché c'eravamo anche noi ad applaudire il regista Steven Knight e il protagonista Tom Hardy per più di dieci minuti insieme all'intera platea della Sala Grande di Venezia, dopo aver assistito a uno dei film dell'anno: “La proiezione di Venezia è stata la più importante e la più preziosa – ci racconta Steven Knight al telefono da New York – Fino a quel punto avevamo mostrato il film solo ai nostri conoscenti: tutti loro dicevano di averlo amato, ma avevamo bisogno di mostrarlo a un'audience estranea e Venezia è stata la prova del fuoco. Le luci si sono riaccese e la platea ci ha riempito di applausi. Non lo dimenticherò mai”.


Steven Knight e Tom Hardy presentano Locke al Festival di Venezia (Settembre 2013 - Foto LaPresse)

Bastano pochi secondi allo spettatore per ritrovarsi catapultato all'interno dell'abitacolo di una BMW X5, crossover SUV guidato da Tom Hardy, protagonista del film che si fa carico delle sue responsabilità di marito fedifrago, sia nei confronti della moglie che verso l'amante e, nel bezzo di una crisi che lo colpisce anche sul lavoro, affronta le conseguenze delle sue azioni, anche a costo di implorare perdono. Lo vediamo rinascere come vero uomo, un eroe ordinario: “Tutti commettiamo degli errori, quindi un eroe può essere qualcuno che guarda ai suoi errori un po' come fa il nostro Ivan Locke - afferma Knight - Questo personaggio ha un aspetto eroico perfino nel lavoro che fa. E' un costruttore di edifici, nessuno lo considera un mestiere eroico, invece lo è”.

L'intera vicenda di Ivan Locke si può riassumere con la sua frase: “Non importa in quale guaio ti trovi, puoi sempre uscirne bene”. Crede dunque che il suo film sia una specie di vangelo della positività?
Credo che la complicità tra Locke e lo spettatore sia dovuta al fatto che davanti alla macchina da presa c'è un uomo normale, una persona che di sicuro non è straordinaria. Il suo dramma è assolutamente normale, non è certo qualcosa che leggereste mai sui giornali o guardereste in TV. Ecco perché gli spettatori in sala tendono a identificarsi con lui. Più che mai. Tutti quanti affrontiamo drammi nella vita, ho fatto il film pensando che valesse la pena di raccontare questi drammi.

Il suo è un film per il grande pubblico che ignora ogni trend, andando esattamente nella direzione opposta dei film di intrattenimento e paradossalmente ottenendo la stessa concentrazione da tutti gli spettatori. Come siete riusciti a fare approvare il progetto e trovare budget?
Credo che nel mio mestiere devi prima avere la fortuna di ottenere almeno un successo, a quel punto i produttori cominceranno a sentirti. Girando Locke ho imparato che se tieni il budget il più basso possibile, allora ti lasceranno in pace. Se invece vorrai investire venti milioni di dollari, avranno sempre voce in capitolo. Se vuoi fare qualcosa di puro in modo particolare, allora devi farlo così e trovare un modo per spendere poco.


Tom Hardy al volante: LEGGETE LA RECENSIONE DI LOCKE

A proposito di budget, c'entra qualcosa l'aver scelto una BMW come macchina del vostro protagonista? Quanto vi hanno aiutato?
La scelta della macchina era importante perché volevamo che riflettesse il successo di Locke. Quindi doveva essere una macchina prestigiosa, grande e spaziosa anche per infilarci tre macchine da presa. Abbiamo contattato alcune compagnie di automobili, la BMW ci è venuta incontro, mettendo a disposizione il modello SUV per due settimane. Non si sono fatti tanti problemi, ma non credo si  aspettassero un ritorno di successo tale. Ovviamente adesso ne sono orgogliosi.

Tecnicamente un film come Locke si sarebbe potuto girare dieci anni fa?
Dieci anni sono forse il periodo limite perché tutta la vicenda dipende totalmente dalla tecnologia, con Locke che si relaziona con moglie, amante e datore di lavoro al telefono mentre sfreccia verso Londra. E poi i nostri modelli di videocamera digitale erano necessari per catturare immagini notturne nitide e bellissime.  

Uno dei maestri del cinema russo, Aleksandr Sokurov, ha realizzato il capolavoro Arca russa in un unico piano sequenza, e alla fine delle riprese era stremato e commosso. La sfida tecnica di realizzare un intero film in macchina girato veramente su strada è stata altrettanto stremante?
La pressione non mancava, ma girare notte dopo notte ci ha permesso di correggere gli errori e di avere più libertà di scelta. Ogni volta che giravamo una versione del film avevamo la possibilità di notare pregi e difetti. Vuoi sapere quante versioni dell'intero film avevamo alla fine di due settimane di riprese? Sedici. Correggere gli errori della volta precedente è stato un po' come fare del teatro.


Hardy e Knight controllano il girato da qualche parte in autostrada

Sedici versioni del film e approccio teatrale. Dunque giravate l'intero film in sequenza notte dopo notte?
Sì, di solito i film non vengono girati in sequenza per motivi pratici di location, disponibilità attori o costi, qui la cosa ovvia era semplicemente tenere tre camere puntate su Tom Hardy e monitorare il tutto durante la sua performance. Tom guidava la sua macchina, noi stavamo in altre auto a fianco alla sua, e gli altri attori – le voci con cui parla al telefono – erano negli hotel al fianco dell'autostrada. Ogni ventisette minuti ci fermavamo per cambiare le lenti e spostare le macchine da presa.  

Il film esce adesso in tutto il mondo compresi gli USA. Gli americani sono pronti ad accettare come protagonista un uomo che ha tradito sua moglie e a farsi guidare da lui in questa storia?
Era una delle mie preoccupazioni principali, poi durante un piccolo tour nelle sale d'America lo abbiamo proiettato anche a Salt Lake City di fronte a un pubblico di americani medi. Ero molto preoccupato perché è una città molto cristiana, ma alla fine anche lì c'è stato un applauso e molti sono venuti a stringermi la mano dicendo: “Hai raccontato la storia di mio padre” oppure “Questo è il viaggio che mio padre avrebbe dovuto fare” e naturalmente “Dovrei compiere anche io questo viaggio”. La cosa che amo di Locke è che si tratta di un film sperimentale, perché realizzato con una tecnica particolare, e allo stesso tempo si rivolge a un grande pubblico che rimane concentratissimo sulla storia.

Alla fine, senza svelare nulla, lasciamo il signor Locke in un determinato momento: sin dall'inizio pensava di chiudere il film a quel punto?
Sì non ho mai avuto dubbi. E' una decisione che ti permette di immaginare il finale che vuoi. Ci sono almeno cento possibilità di futuro per Locke, dipende dallo spettatore immaginarlo in uno di quei finali.


Tom Hardy in lacrime in una scena di Locke

Un finale aperto proprio come quello de La promessa dell'assassino, di cui lei ha scritto il sequel. Ha detto che la sceneggiatura de La promessa dell'assassino 2 è praticamente pronta ma che vi state scervellando per trovare il tempo di filmarla...
Sì, è un po' il percorso di ogni film: prepari lo script e poi devi radunare tutti e trovare il tempo di girare. Naturalmente devi aver già trovato i soldi per farlo. Ma devo dire che sono fiducioso che lo gireremo: tutti i miei film hanno avuto un percorso simile, alcuni hanno impiegato anni prima di vedere la luce. Riusciremo a farlo come vogliamo.

È comunque difficile associare la parola “Sequel” a “Cronenberg”...
Esattamente, ma è anche vero che non ho mai concepito questa storia come un franchise. Il primo lasciava le porte aperte ad alcuni personaggi. Oggi ho finito la sceneggiatura del sequel, e credo sia migliore perfino del film precedente.

Si è fatto nemici dopo aver raccontato il lato tenebroso del centro di Londra in sceneggiature come Piccoli affari sporchi e La promessa dell'assassino?
Non tanti, perché i londinesi hanno riconosciuto che la loro città è proprio così.

La nostra ultima domanda tradizionale prima di lasciarla andare, Steven: ci dica qual era il poster che aveva in camera da ragazzino...
Quello del capo indiano Toro Seduto.

Locke, in uscita il 30 aprile, è distribuito da Good Films.

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