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Emir Kusturica: “Ogni volta che faccio un film rischio la vita”

A Venezia per presentare On the Milky Road con Monica Bellucci, il regista serbo ci racconta come sul set spesso creare voglia dire saper distruggere

Emir Kusturica

09.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“La sceneggiatura deve essere distrutta. La sceneggiatura è solo chiacchiere. È girando il film che crei veramente”. Emir Kusturica è uno con le idee chiare, e lo dimostra ampiamente quando lo incontriamo a Venezia, dove ha presentato il suo ultimo film, On the Milky Road. Il regista serbo ci accoglie sulla terrazza di un lussuoso hotel del Lido, con il sigaro acceso e i capelli arruffati. Fa caldo, è visibilmente stanco, ma probabilmente anche felice di essersi tolto un peso: la lavorazione del suo film è stata molto lunga ma la fatica ha pagato. “Ho dovuto rigirare le prime tre settimane di riprese perché non avevo il falco – ci spiega riferendosi a uno dei protagonisti animali del film – E poi l’anno scorso ci sono stati quarantasette giorni di pioggia sul Mediterraneo. E io mi sono rifiutato di girare senza il sole”.

On the Milky Road è un film estremamente cinetico, come spesso accade nel suo cinema. Come riesce a ottenere un montaggio così serrato?
La cosa più importante è iniziare il processo di montaggio sul set. Il metodo americano è quello di girare una scena con cinque macchine da presa e poi creare il film in sala montaggio, ma io non sono d’accordo. L’architettura stessa del film è basata su un’idea di montaggio che hai già nella tua testa, monti mentre giri. Di solito prima di girare io arrivo sul set, mi bevo un tè con gli attori e cerco di realizzare quello che ho pensato la notte prima. La realtà del set ti dà gli strumenti per concretizzare la tua visione e ci sono anche cose che ti tocca scartare. Devi essere sicuro di te e andare fino in fondo con la tua idea. Ogni volta che faccio un film metto a rischio la mia vita e porto tutti, me incluso, al limite estremo per far uscire il meglio da tutti. Ho fatto dieci film e pochi collaboratori mi hanno abbandonato prima della fine, perché quando la gente vede che sei disposto al sacrificio, ti segue fino in fondo.
 
Questa volta ha scritto un personaggio femminile molto forte…
Sì, questo è un film per le donne. Le donne hanno il vero potere nella realtà, noi le aiutiamo e basta a raggiungere i loro scopi. Ho fatto molti film ma ora era arrivato il momento di glorificare le donne.
 
Come è stato lavorare con Monica Bellucci e baciarla?
Baciarla è stato un po’ strano, ma bello. Nella scena in cui ci tuffiamo nella cascata, Monica si è lanciata per davvero da venti metri di altezza, con le imbracature ovviamente, ma è tutto reale. Un’impresa incredibile. Recitare è come suonare uno strumento: puoi suonare in una sola ottava e poi scoprire che ne hai a disposizione molte altre. Lei qui ha dimostrato un ventaglio molto più ampio di capacità. The Hollywood Reporter l’ha soprannominata “Monica l’indistruttibile”. 

 
Nel film c’è una forte presenza degli animali, impegnati a volte in scene incredibili. Come è riuscito a far fare loro quelle cose? 
È stato un processo incredibilmente difficile. Per girare le scene con i serpenti ci è voluto un anno. Nella mia carriera mi sono sempre sentito il direttore di uno zoo, la natura è il mio interesse primario e gli animali ne sono un grande simbolo. Noi stessi siamo animali sociali. Il serpente del film è il più pericoloso d’Europa e io lo tenevo per la coda sul set e ci giocavo. Non si tratta di coraggio, ma della consapevolezza che se dai da mangiare a un animale, è tuo. Succede anche con certa gente. L’orso che prende l’arancia dalla mia mano lo conosco da cinque anni, ho passato anni a giocare con lui e a nutrirlo. Ci sono dei trucchi per interagire con gli animali. Sulle donne non so niente, ma sugli animali sì…
 
La musica è sempre una componente importante del suo cinema. In quale punto del processo creativo inizia a lavorarci?
La colonna sonora di questo film è stata composta da mio figlio, in parte prima della lavorazione e in parte dopo. Le musiche del film hanno quattro anni, abbiamo iniziato a lavorarci quando abbiamo iniziato il film.
 
Ha già qualche progetto per il futuro?
Ho molti progetti in mente, ma nessuno sicuro. È così maledettamente difficile fare un film. Il mio progetto principale, comunque, per ora è la mia piantagione di lamponi e mele. Ho intenzione di iniziare a produrre succo di frutta biologico in Serbia.