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Nanni Moretti specchio dei tempi?

Conto alla rovescia ad "Habemus Papam": ecco uno dei cineasti italiani che meglio di tutti ci ha sbattuto in faccia il perbenismo e l'ipocrisia della nostra società

Nanni Moretti

06.04.2011 - Autore: Adriano Ercolani
L’ultima inquadratura di Nanni Moretti vista al cinema in un suo film è quella de “Il caimano” in cui lui, attore che impersonava Silvio Berlusconi, si allontanava dal tribunale con sguardo inquietante mentre alle sue spalle i giudici che lo avevano appena condannato venivano assaliti dalla folla inferocita a colpi di molotov.

Nanni Moretti in Habemus Papam

Nel giorno dell’inizio del processo che vede imputato il Premier, è impossibile negare che Moretti sia un cineasta che coi suoi film racconta il nostro presente  e le sue contraddizioni. Lo fa a modo suo, certo, interpretandone secondo le sue idee specifiche fatti, situazioni, atmosfere. Ed è questo che tutti si aspettano riguardo il nuovo, attesissimo “Habemus Papam”, in uscita il prossimo 15 aprile e dato come sicuro partecipante in concorso la prossimo Festival di Cannes – dove il regista ha già trionfato con “La stanza del figlio” e vinto il premio per la regia con “Caro diario”. Lo spunto di partenza per questo nuovo lungometraggio sono i dubbi, i timori  e l’insicurezza di un Papa (Michel Piccoli) appena eletto, il quale teme di non avere la forza morale e spirituale necessaria per assolvere il proprio, schiacciante compito. Viene allora scelto uno psichiatra (lo interpreta lo stesso Moretti) per aiutare il Santo Padre a superare le proprie difficoltà personali. L’ultimo trailer del film, in perfetta sintonia col miglior cinema di Moretti, mescola senza soluzione di continuità i toni comici, caustici più personali del cineasta con riflessioni decisamente più profonde. Ci sentiamo di poter già garantire che i duetti tra l’attore/regista e un vero e proprio titano del grande schermo come Michel Piccoli saranno da capogiro.

Nanni Moretti in Habemus Papam

"Habemus Papam" si presenta quindi al meglio anche perché Moretti col tema della difficoltà di essere uomini di fede, persone spirituali in un mondo così complesso si era già confrontato con quello che ancora oggi riteniamo essere il suo capolavoro, “La messa è finita. Il Don Giulio che tornato da una missione dopo anni a Orma non riusciva più ad integrarsi con un mondo totalmente cambiato, era uno specchio perfetto e dolorosissimo dell’ipocrisia e della violenza sotterranea degli anni ’80. Ecco che torniamo quindi all’assunto di partenza: Moretti come cantore delle contraddizioni dei tempi che ha preso in considerazione? In passato certamente sì: la crisi della cultura raccontata in “Ecce Bombo”, quella dei rapporti interpersonali  raccontata in “Bianca”, la caduta di un’ideologia in “Palombella rossa”, lo sfaldamento dell’istituzione famigliare in “La stanza del figlio”. Anche se non sempre ha trovato i toni giusti o le storie più precise, è indubbio che Nanni Moretti sia uno dei cineasti italiani che meglio di tutti ci ha sbattuto in faccia il perbenismo e l’ipocrisia della nostra società, del nostro modo di pensare. Lo ha fatto in maniera più o meno sincera, più o meno ficcante, ma almeno ci ha sempre provato, cosa che non si può dire di molti, troppi autori nostrani.

"Habemus Papam" è distribuito nei cinema dalla 01 Distribution