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The Walking Dead, la recensione in anteprima dell'episodio 9x02

Nella seconda puntata della nona stagione, la serie riprende il ritmo solito, nel bene e nel male

The Walking Dead

15.10.2018 - Autore: Marco Triolo
Prosegue sugli stessi binari di “A New Beginning” la seconda puntata della nona stagione di The Walking Dead. Intitolata “The Bridge”, è incentrata sulla costruzione del ponte di cui si parlava nello scorso episodio e ambientata nel cantiere in cui sono costretti a convivere membri delle comunità alleate. Fra tensioni, rivalità e minacce esterne, Rick Grimes tenta di tenere in piedi una pace duramente conquistata eppure come sempre fragile.
 
Gli spunti non mancano in questo episodio, in cui viene messo in evidenza il diverso approccio ai problemi di Rick e Daryl. Il primo è più che mai razionale e diplomatico, il secondo è sanguigno e avventato. Il primo tenta di integrare il più possibile i Salvatori nel gruppo, Daryl vorrebbe invece estrometterli e non è convinto che tutti siano “dalla stessa parte”. Come si diceva la settimana scorsa, è evidente il percorso che Daryl sta facendo verso l'accettazione del ruolo di comando che dovrà assumere quando Rick ci lascerà.

 
Il secondo punto focale dell'episodio è un altro percorso personale: quello di Maggie, che nella scorsa puntata ha imprigionato il suo assalitore Earl, e ora, su consiglio di Jesus e Michonne, deve decidere cosa farsene di lui, soprattutto visto che Earl è il supervisore dei raccolti e che questi ultimi non stanno andando troppo bene. Maggie deve decidere se perdonare o vendicarsi, come fatto nel caso di Gregory.
 
Si prosegue, come dicevamo, sui binari impostati dalla nuova showrunner Angela Kang nel primo episodio. Rick sta cercando di creare un'utopia per il futuro, ma non tutti sono dello stesso partito. Alle tensioni interne si aggiunge una non ancora ben determinata minaccia esterna: qualcosa o qualcuno sta facendo sparire delle persone. Noi sappiamo che si tratta dei Sussurratori, ma questo finora non è stato specificato e, a giudicare dal promo del terzo episodio, se ne parlerà in dettaglio la settimana prossima.
 
E forse questo è il problema. Abbiamo già notato in passato come The Walking Dead tenda a dilatare i tempi, come preferisca rimandare le svolte piuttosto di affrontarle. Succede poco in molti episodi e poi succede tanto di colpo. Un approccio molto diverso dai fumetti di Robert Kirkman, che invece sono un flusso continuo di avvenimenti. Questo è forse il difetto principale della serie e anche stavolta non sembra essere stato superato: tutto procede per micro-storie, micro-eventi che dovrebbero dipingere un grande affresco. Non è un concetto sbagliato, ma TWD tende spesso a dimenticare di raccontare qualcosa nelle singole puntate.

 
E ora qualche piccolo SPOILER.
 
Ad esempio, il fatto che Negan appaia per la prima volta al termine di questo episodio è significativo. Nei fumetti, Rick scende spesso nella cella di Negan a conversare con lui e questa idea è stata ripresa nella serie, ma centellinata. Non è un grosso problema, ma se a questo uniamo il fatto che, dopo due episodi, i Sussurratori non siano nemmeno stati nominati di striscio e non si siano visti, l'impressione che come al solito non si voglia arrivare al dunque è forte. E il piccolo colpo di scena della puntata (il ferimento grave di un personaggio) sembra più che altro uno specchietto per le allodole. In altre parole, è bene che da questo momento in avanti Angela Kang e gli autori inizino a far succedere cose, altrimenti il rischio di annoiarsi è alto.
 
Fine spoiler.
 
In conclusione, il cambio di direzione radicale tanto sbandierato non è poi così radicale. The Walking Dead è sempre The Walking Dead, nel bene e nel male. Attendiamo di essere smentiti dalle prossime puntate.
 
L'appuntamento con The Walking Dead è fissato per ogni lunedì alle 21:15 su Fox (Sky).

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