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Storia d'Inverno - La nostra recensione

Una magica favola newyorkese senza tempo, costruita per incantare un pubblico giovane, ma senza la coerenza necessaria a conquistare gli altri.

Winter's Tale - Storia d'Inverno<br>

12.02.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Partendo dal presupposto che di favola si tratta, tutto dovrebbe essere consentito in una storia come quella di Winter's Tale. Anche se, come spesso accade negli ultimi tempi, la tendenza ad affidarsi a grandi nomi per assicurarsi un certo richiamo sul pubblico e prendersi sul serio piu' del dovuto rischia di creare un fastidioso effetto boomerang. Le aspettative si alzano e ogni pubblico - da quello piu' giovane al piu' adulto, dal romantico all'amante del fantasy-action - spera di poter godere dello spettacolo desiderato.



Il problema e' che rischiano tutti di restare delusi dal risultato finale di questo importante esordio alla regia: una favola con sprazzi di fantasy (per altro accentuati rispetto al libro di Mark Helprin), una storia d'amore (edulcorato, che la carica erotica era ben piu' forte in origine), un dramma sovrannaturale mai completamente emozionante, un conflitto senza tempo che resta piuttosto confuso nelle sue dinamiche e origini.

La cosa che sorprende di piu' e che a non considerare il rischio di non identificare un pubblico specifico (a meno che la fascia tra i 13 - negli Usa e' vietato ai piu' giovani di cosi' - e i 15 anni non sia ritenuta sufficiente) sia stato un vecchio lupo del blockbuster come Akiva Goldmsman (che abbiamo intervistato). Sceneggiatore di A Beautiful Mind, Cinderella Man, Il codice Da Vinci e Angeli e Demoni (ma anche di Batman & Robin, Lost in Space, Constantine e I Am Legend) e produttore di altrettanti grandi titoli (per finire con tre sequel di Paranormal Activity e il recente Lone Survivor) il newyorkese ha voluto sicuramente rendere un omaggio alla propria citta' e a un libro che ha amato tanto da volerlo realizzare per trenta anni. Riuscendoci poi proprio nel momento in cui veniva a mancare sua moglie, proprio durante le riprese



Comprensibile che una storia come questa, di Miracoli e Amore (per tacere di una giovane malata, un ladruncolo dal cuore buono, un cavallo bianco alato, un cattivo dalle venature demoniache e tanta tanta New York), fosse piu' una necessita' emotiva e che la ragione possa esser stata trascurata. Questa probabilmente, sara' anche la modalita' per goderne maggiormente, e che vi inviato ad adottare se doveste sceglierlo per le vostre serate al cinema.

Che', purtroppo, ad osservarlo con i piedi per terra l'impressione e' che in questo 'Tutto' messo in scena, manchino del pepe (e non si parla solo della parte piu' carnale, dato che il film stesso tarda molto a ingranare a livello di narrazione) e della coerenza. Nei cambi di atteggiamento di un William Hurt non tanto rigido come parrebbe e negli improvvisi e inspiegabili inseguimenti lungo il 'fiume del tempo' su tutti… ma anche nella mescolanza di elementi e toni tanto diversi (come detto), dagli occhioni da principessa Disney della ben piu' caliente protagonista a un generico Mood alla Higlander che sembra interrompersi solo nelle brevi parentesi dominate da Will Smith, due duetti con Russell Crowe che se non fosse per la caratterizzazione vocale scelta dall'ex Gladiatore potrebbero essere unanimemente le cose migliori del film. Al quale vi consigliamo di avvicinarvi con una buona dose di sospensione dell'incredulita' - anche nei confronti della sceneggiatura e delle sue connessioni interne - e con la voglia di godere di un cast che - oltre ai vari Colin Farrell (che anche questa volta non convince e non comunica quanto dovrebbe), Jessica Brown Findlay, Jennifer Connelly, Russell Crowe e Will Smith - riporta sullo schermo anche Eva Marie Saint (gia' Martha Kent nell'ultimo Superman, ma soprattutto vera icona del cinema moderno).

Storia d'inverno e' distribuito dalla Warner Bros., a partire dal 13 febbraio 2014.

Per saperne di piu'
Intervista a Akiva Goldsman, regista