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Prime recensioni di Interstellar: “Un'epopea spaziale a misura d'uomo”

La stampa USA accoglie con discreto entusiasmo, anche se con qualche critica, l'ambizioso film di Nolan

Interstellar

28.10.2014 - Autore: Marco Triolo
Interstellar è a tratti confuso, melodrammatico e si prende troppo sul serio, ma Nolan è riuscito a realizzare un'epopea spaziale a misura d'uomo”. Le parole di Josh Dzieza di The Verge sintetizzano perfettamente l'impressione che si coglie dalle prime recensioni di Interstellar, il nuovo film di Christopher Nolan. L'ambizioso progetto sci-fi, nato da un'idea del fisico di fama internazionale Kip Thorne, racconta la storia di un gruppo di astronauti (guidati da Matthew McConaughey e Anne Hathaway) che partono per lo spazio con una missione: attraversare un wormhole vicino a Saturno ed esplorare una galassia lontana, alla ricerca di un pianeta per ospitare l'umanità morente.
 
Il dato che ha colpito gran parte della critica è il modo in cui Nolan ha fuso rigorose teorie scientifiche con un sentimentalismo atipico rispetto alle sue precedenti opere. Il regista, con Interstellar, rende omaggio al suo film preferito, 2001: Odissea nello spazio, ma lo fa allontanandosi in parte dalla freddezza intellettuale che ha caratterizzato la sua filmografia e quella del suo idolo Kubrick. “Questa grandiosa epopea tenta di dare identico peso all'intimità delle emozioni umane e alla speculazione sul cosmo, con risultati alterni, ma non è mai meno che avvincente e a volte più di questo”, scrive Todd McCarthy di The Hollywood Reporter. Dove Nolan ha meno successo è proprio nel delineare il rapporto padre-figlia tra Cooper e Murph (McConaughey e, da grande, Jessica Chastain). “Nonostante tutti gli aspetti avventurosi e perspicaci, Interstellar rimane troppo legato alle emozioni terrestri e alla realtà scientifica per elevarsi realmente e avventurarsi nell'ignoto”.

 
Molto più entusiasta è Scott Foundas di Variety, secondo cui Interstellar è “un esaltante slalom tra i wormhole della vasta immaginazione di Christopher Nolan, che è allo stesso tempo il sogno bagnato di ogni appassionato di scienza e una formidabile considerazione su ciò che ci rende umani”. Il film “riconferma Nolan come il principale narratore di grandi affreschi della sua generazione, più che fargli guadagnare un posto accanto a Il mago di Oz, 2001, Incontri ravvicinati del terzo tipo e Gravity nella lista dei più visionari film di fantascienza di Hollywood”.
 
Dal punto di vista della messa in scena, nessun dubbio: “Interstellar sfoggia alcune delle più belle immagini dello spazio che io abbia mai visto in un film – scrive Dzieza – Lo spazio appare vasto, con la piccola astronave bianca spesso relegata a un angolo dello schermo o persa tra gli anelli di Saturno”. “Interstellar è la quintessenza dei film di Christopher Nolan – scrive invece Roth Cornet di IGN - È visivamente magnifico. Non c'è dubbio che Nolan sia sotto molti aspetti un genio della tecnica, con un'ammirevole enfasi sugli effetti pratici”.

 
Il vero problema? Un finale che, nonostante le premesse altamente realistiche, si lascia andare forse troppo alla spiritualità. “Come in 2001, verso la fine il film diventa un trip – spiega Dzieza – Dopo una serie di eventi abbastanza comprensibili, devia bruscamente verso la fisica più profondamente teorica o la spiritualità sentimentale. Forse entrambe. Il cambio è scioccante, ma anche abbastanza interessante dal punto di vista visivo da farmelo quasi accettare”. Quasi. “Alcuni saranno spinti a sbarcare da quello che, sotto molti aspetti, è un atto finale goffo – gli fa eco Roth Cornet – La storia di Interstellar è piena di salti logici, ma per la maggior parte sono perdonabili”. Ma, rivisto in rapporto al finale, il film “introduce i suoi parametri per poi tradirli o per lo meno confonderli”.
 
Resta l'indubbio fascino visivo di un'opera ambiziosa, da vedere rigorosamente in sala. Il film uscirà in Italia il 6 novembre, distribuito da Warner Bros. Qui il trailer.