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Minions - La nostra recensione

Ci saremmo forse aspettati di più dall'immagine emersa 'unendo i puntini' (gialli), comunque irresistibili in sé

10.07.2015 - Autore: Mattia Pasquini (nexta)
In molti lo sognavano sin dal 2010, quando i Minions hanno fatto la loro apparizione nel Cattivissimo Me di Universal e Illumination Entertainment; annunciato nel 2012 e anticipato da sensazionali trailer a partire dal novembre 2014, finalmente il film dedicato ai gialli tirapiedi del 'malvagio' Gru svela le sue carte. Una buona mano, non c'è che dire, anche se non di quelle che portano via il piatto. E questa è forse la delusione maggiore di un film nel quale comunque si ritrova quanto promesso.

Sicuramente tutto quello che il suddetto trailer aveva annunciato. Mirabilmente. La linea è quella dettata: la Storia secondo i Minions, e vista attraverso la loro ricerca di una figura 'paterna' un po' particolare, del 'Cattivo più cattivo'. Spunto ideale per dare omogeneità e senso al prevedibile - e richiesto - ininterrotto susseguirsi di gag e scenette di questi sempre perplessi e inarrestabili eroi naive. Dalla loro genesi, attraverso una approssimativa evoluzione (persino con emersione dalle acque!), alla preistoria e poi all'Egitto dei faraoni, fino a Napoleone la cui campagna di Russia finisce per essere l'inizio di un lungo e ghiacciato esilio. Con il quale si conclude la premessa.



Un prezzo da pagare, come detto. Ma in fondo è la vera forza di un film che sconta il doversi affidare a una storia: quella di Scarlett Sterminator e del suo geniale e trasformista Herb (in Italia Fabio Fazio, in originale il Jon Hamm di Mad Men). Fantastica l'ambientazione del Convengo dei Supercriminali nella New York del 1968 e divertente la versione giovane della Regina di Inghilterra Elisabetta II, ma di nuovo la struttura del film non fa che presentare una serie di 'spalle' che permettano alla follia dei veri protagonisti di scatenarsi, lasciando spesso le singole scene scollegate tra loro.



Non un vero sviluppo quindi, se non quello della narrativa specifica, e superficiale. Fino almeno al colpo di scena finale, che coerentemente giustifica la realizzazione del sequel stesso (e, si spera, ce lo consegna come 'stand-alone'). E che soprattutto rianima i fan, fiaccati da una flessione comprensibile dopo un accumulo - forse eccessivo, per quanto divertente nelle sue parti - di scontri, equivoci, trasformazioni. Meglio funziona, anche per l'equilibrio mantenuto, il racconto parallelo alle avventure dei tre protagonisti a caccia della Corona di Inghilterra del contro esodo della loro gente, popolo derelitto mosso dalla speranza e dalla fede.

Le stesse che prevedibilmente muoveranno discrete masse di pubblico. Un altro esodo a lieto fine probabilmente, sicuramente per il pubblico più giovane o per quanti in cerca di sprazzi di delizioso slapstick. Per altri ci sarà occasione di consolarsi con la studiatissima colonna sonora o con il gioco a riconoscere i tanti cattivi citati nell'omaggio newyorkese, dalla Creatura della Laguna Nera al Clown (di IT?), da Conan il barbaro a Leatherface…


Minions, in sala dal 27 agosto, è distribuito da Universal Pictures