NOTIZIE

La recensione di Pacific Rim - La Rivolta, non è aria di trilogia per le creature di Guillermo del Toro

Non conquista il sequel del film del 2013, troppo condizionato da retorica e ammiccamenti pedagogici e Young Adult.

21.03.2018 - Autore: Mattia Pasquini
Dove eravamo rimasti? Manca solo l'introduzione resa celebre dal nostro Enzo Tortora allo spiegone con cui prende il via il Pacific Rim - La Rivolta di Steven S. DeKnight. D'altronde il contenuto successo del primo capitolo diretto da Guillermo del Toro nel 2013 non sembrava consentire un eccessivo ottimismo riguardo il possibile ritorno in sala dei fan di allora; meglio puntare su un pubblico nuovo, magari più giovane, magari meno esigente, magari in cerca di facili effetti e poche complicazioni.



E in questo senso pare indovinata la scelta dell'esordiente (nel lungometraggio) di Millville, New Jersey, prima di oggi solo regista e sceneggiatore di episodi televisivi dei vari Daredevil, Smallville, Angel o Spartacus. DeKnight, infatti, approccia la materia con attenzione, ma senza slanci, apparentemente senza troppi scrupoli di prendere le distanze dai Transformers di Michael Bay. 'Fantasmi' che ogni tanto vediamo riapparire, principalmente negli scontri tra Jaegers regolari e illegali che a lungo sembrano costituire il nerbo della narrazione.

[PACIFIC RIM UPRISING, UN VIDEO DI RECLUTAMENTO CI PRESENTA I NUOVI JAEGER]

E di fatto ci regalano uno dei confronti migliori delle quasi due ore costellate di lezioni di vita e generiche esortazioni destinate agli spettatori che ipotizzavamo poc'anzi. Young Adult dalle pretese ridotte investiti del compito di "salvare il mondo" e "fare la differenza" e che sicuramente potranno beneficiare di massime come "non lasciare che siano gli altri a definire chi sei". Sicuramente più divertenti alcune uscite dell'eroico Jake Pentecost (il John 'Finn' Boyega degli ultimi Star Wars), nel suo tragitto da giovane schiacciato dai sensi di colpa e dalla figura paterna a uomo realizzato e pronto all'eroico sacrificio, del tipo "Beauty is a burden" o "Don't mess with my toppings!".



Allora, a fronte di un investimento di 190 milioni furono poco più di 400 quelli incassati, ma stavolta sarà dura superare quel risultato, e non far rimpiangere i 150 milioni investiti nel progetto. Che rischia - a vedere la scena finale del film - di proseguire con un prossimo capitolo che concluda l'ennesima controversa trilogia. Un piano che la deriva intrapresa non sembra giustificare, al netto della presenza del bel Scott Eastwood - che forse il padre dovrebbe consigliare meglio - o della interessante Cailee Spaeny, di qualche scena ben coreografata, della devastazione di Tokyo e Sydney, dei 'robottoni' da cartone animato anni '80 e un generico mood vintage (soprattutto nella combo mostruosa dello scontro finale) che potrebbe soddisfare solo noi 'vecchi' nostalgici.


Pacific Rim - La Rivolta, in sala dal 22 marzo 2018, è distribuito da Universal Pictures.