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La recensione di Dragged Across Concrete, Mel Gibson alla guida di un grande poliziesco

Il nuovo film del regista di Cell Block 99 è un noir duro e scorretto

Dragged Across Concrete

03.09.2018 - Autore: Marco Triolo
Martin Riggs è vecchio e indurito. Sono ventisette anni che fa questo mestiere e non è avanzato di un grado. Sua moglie soffre di sclerosi multipla, sua figlia è presa di mira dai bulli e la sua vita fa schifo. Martin Riggs è anche Mel Gibson, è un uomo fuori dal tempo portatore non proprio sano di una virilità fuori moda e di una scorrettezza politica che, in quest'epoca dell'apparire, è mal vista.
 
S. Craig Zahler, al suo terzo film, porta avanti la poetica di Cell Block 99: Nessuno può fermarmi (recuperandone anche le star Vince Vaughn e Jennifer Carpenter) girando un poliziesco secco, duro, dal sapore anni '70 (lui ha citato Sidney Lumet e si vede) ma non in maniera forzata, non nel senso dell'ossessione post-moderna per il vintage che ha invaso il cinema dai tempi di Tarantino. Diciamo che più che altro Dragged Across Concrete si inserisce in una tradizione, ripesca quel rigore appartenuto ad autori come Friedkin e il primo Carpenter (cui Zahler aveva già reso omaggio con il precedente film) senza aggiornarlo troppo al gusto corrente. Così facendo, però, ottiene l'effetto di far risaltare i suoi personaggi come i pesci fuor d'acqua che sono, anti-eroi incapaci di adattarsi al mondo di oggi. Archetipi del noir ma ben più scorretti e violenti.
 
Una violenza che, però, questa volta è meno caricata, meno grafica e più classica. Non c'è il gusto per i dettagli gore del precedente Cell Block 99, se non in un paio di fortissime scene. Per il resto torniamo alle buone vecchie sparatorie e a qualche goccia di sangue finto al momento giusto. Perché a Zahler, qui, interessa di più esplorare la violenza nella testa delle persone, l'odio strisciante e la sfiducia nel prossimo che caratterizza l'America di oggi. Non a caso il film è ambientato in una città fittizia che incarna molti ambienti tipici dell'action americano.
 
Per il resto torniamo alle tipiche figure del cinema di Zahler, personaggi che fanno quello che devono fare per necessità, sorretti da un codice morale che non è determinato dal loro schieramento rispetto alla legge. Vediamo criminali capaci di parole gentili e senso di responsabilità verso il prossimo, e allo stesso tempo poliziotti che si comportano da poliziotti anche quando progettano un crimine. I “cattivi” veri, in questa gigantesca zona grigia che è il mondo di Zahler, non sono perciò i criminali in senso lato, come i buoni non sono i rappresentati della legge. I cattivi sono coloro che non hanno nessuna morale, nessun codice di comportamento e nessuna empatia verso il prossimo.
 
L'universo di Zahler affianca la violenza della strada ai dialoghi forbiti dei suoi protagonisti. È un mondo durissimo, fatto di sacrifici, delusioni e morte. Ma dai suoi film si esce sempre con la sensazione di aver appena assistito a una parabola molto più sfumata di quello che le premesse farebbero pensare. Molto meno cupa e cinica di quello che ci si aspetterebbe. Percorsa da un grande affetto per questi personaggi eternamente destinati a sbagliare. E speranza, speranza soprattutto.

Dragged Across Concrete sarà distribuito in Italia da Adler Entertainment.