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Apes Revolution - La recensione in anteprima

Le scimmie di Matt Reeves si affidano a Andy Serkis per conquistare il pubblico, anche se a sprazzi

apes revolution

14.07.2014 - Autore: Mattia Pasquini, da New York
Al di la' dell'indulgenza sentimentale nei confronti del cult che fu - assolutamente incostante nei suoi cinque diversissimi capitoli - non si puo' negare che dopo il Pianeta delle scimmie del 1968 i successivi abbiano tratto forza proprio dalla serialita' e circolarita' del franchise. E probabilmente questo Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie tenta qualcosa di molto simile nel proseguire la 'Nascita' raccontata nel reboot del 2011 con una Alba che crea sin da subito uno strano corto circuito di senso...

Sorvolando pero' sulle deviazioni semantiche delle traduzioni italiane dei titoli dei due film, la Rivoluzione qui e' ovviamente quella delle Scimmie, in realta' illuminate al punto da desiderare niente altro che il mantenimento della pace e il sereno isolamento nella foresta di sequoie del parco naturale della Contea di Marin, fuori San Francisco. Questo grazie alla reggenza di sua maesta' Cesare del Congo.



Trait d'union con l'Alba del Pianeta delle Scimmie - piu' di James Franco (in una citazione piu' che un cameo) e dello sfregiato e intelligente Koba (protagonista di una dei momenti migliori del film, circolato anche nelle clip di presentazione) - e' lui il vero punto di forza di questo passo in avanti verso esiti ancora da scoprire. O da stabilire? L'unita' del percorso e' evidente e curata, anche se - come e piu' che nel primo - la storia sembra essere subordinata ad elementi emotivi ed emozionanti. La mimica di Andy Serkis unita all'eccellenza della Weta basterebbero pero' ad assolvere al primo compito, completamente e in maniera equilibrata, senza dover poi insistere su stratagemmi troppo riconoscibili (dalla scimmia neonato che interagisce con gli umani al crollo nella centrale elettrica, particolarmente privo di pathos).

Queste scivolate nella retorica e il didascalismo - per fortuna in genere non troppo insistito - del continuato gioco di rimandi, contrappassi e similitudini non affossano il film, ma certo non ne facilitano lo sviluppo ordinato e costante (in difficolta' anche per certe pause narrative, necessarie quanto disomogenee). Tra le righe si accenna a virus letali creati dall'uomo, a responsabilita' figlie di razzismo e discriminazione, all'intolleranza che porta poi allo scatenarsi della parte piu' dinamica dell'azione. Purtroppo non supportata da una regia di particolare personalita', che si affida alla forza visiva delle scene e a un paio di carrelli e rotazioni verticali, ne' dal resto dei personaggi, tra i quali non spicca il Dreyfus di Gary Oldman in un ruolo che poteva essere affidato a chiunque.



Non molto, insomma. Ma non abbastanza da rendere questo secondo nuovo Pianeta delle Scimmie un film di cattivo intrattenimento. Anzi. L'azione non manca e le scene sono spesso magniloquenti, peccato per l'ennesimo esempio di una tendenza a realizzare film troppo lunghi, anche per la complessita' di storie che compensano con l'accumulo la mancanza di tensione drammatica. Ora si passa al prossimo livello. Fatto di amicizia e conflitti. Un po' come il precedente, guarda caso. Anche se la produzione ha gia' accennato al voler sviluppare elementi minori, visti finora, nei prossimi sequel e ha gia' confermato la presenza di Matt Reeves (Cloverfield, Blood Story) anche per il terzo capitolo… atteso per il 29 luglio del 2016 ma che dipendera' molto dall'esito di questa presunta 'Rivoluzione', alla quale e' richiesto un salto in avanti pari almeno all'aumento del budget dedicatole (da 93 a 170 milioni di dollari).


Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie, in uscita il 30 luglio 2014, è distribuito in Italia da 20th Century Fox

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