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Recensione: Resident Evil Retribution

Quinto capitolo per la saga di Paul W.S. Anderson, ormai più videogame che film

Resident Evil: Retribution - Milla Jovovich

25.09.2012 - Autore: Marco Triolo
Scrivere di Resident Evil è come recensire un cinepanettone. Tanto quanto il pubblico di De Sica e co., quello degli appassionati della saga action-horror di Paul W.S. Anderson e Milla Jovovich non sente ragioni ed è mosso da un amore che non nasce dalla passione per il cinema, ma da un mondo parallelo che in questo caso si identifica con quello dei videogame.

Resident Evil Retribution recensione Milla Jovovich Paul WS Anderson - Milla Jovovich e Bingbing Li
La nostra visita sul set di Resident Evil: Retribution

La serie cinematografica di Resident Evil nasce nel 2002 con un primo capitolo che, oltre ogni aspettativa, è un onesto prodotto di intrattenimento. Anderson dimostra di avere buone idee, anche se tende a seppellirle con il volume stordente degli effetti sonori, affogandole in un mare di scene d'azione alla Matrix. Dieci anni dopo pensereste che le influenze di Matrix avessero lasciato spazio a nuovi modelli, ma non è così.

Resident Evil: Retribution sembra il risultato dello scontro frontale fra il treno della troupe di Matrix e quello degli autori di one liner anni Ottanta. Lontanissimo è ormai il cinema di zombie di George Romero da cui fu ispirato il videogame originale, mentre Matrix è presente più che mai, nei costumi in latex, nelle coreografie di arti marziali talmente elaborate da sfiorare il ridicolo, nel feticismo per le armi automatiche e nella natura “virtuale” della storia. Anche la dose di one liner è talmente abbondante da sfiorare il ridicolo. La regola numero uno della one liner è che andrebbe pronunciata solamente da una posizione di arrogante superiorità sul nemico. Qui invece è pieno di scene in cui un personaggio la spara grossa, solo per essere smentito pochi secondi dopo.

Resident Evil Retribution recensione Milla Jovovich Paul WS Anderson - Michelle Rodriguez

A pareggiare i conti coi dialoghi ci pensano le classiche belle idee sprecate di Paul W.S.: su tutte, la trovatona di ambientare il film in un complesso di giganteschi laboratori che riproducono i quartieri di Tokyo, New York e Mosca. Anderson adotta ormai senza vergogna la struttura del videogame: ci sono i livelli, i rompicapo da risolvere, i filmati esplicativi, i rifornimenti di armi e munizioni, il mostro finale. E poi c'è la Regina Rossa, l'intelligenza artificiale che controlla il quartier generale dell'Umbrella Corporation e assume il ruolo del computer che sfida il giocatore di turno.

Tutto questo non esclude che Resident Evil: Retribution possa essere divertente. Ma chi si aspetta un “film” nel senso classico del termine farebbe meglio a riguardarsi Casablanca.

In uscita il 28 settembre, Resident Evil: Retribution è distribuito in Italia da Warner Bros. Qui ne potete vedere il trailer.