Il film. Gianfranco Rosi (Leone d'Oro a Venezia 2013 con il suo precedente lavoro, Sacro GRA) prosegue il suo viaggio intorno al mondo per raccontare persone e luoghi invisibili. Con Fuocoammare si concentra su Lampedusa, confine simbolico d'Europa per migliaia di migranti che si riversano in continuazione sulle sue spiagge, in cerca di una nuova vita. In particolare, Rosi sceglie di raccontare la storia attraverso gli occhi di Samuele, un ragazzino di 12 anni originario dell'isola.

Dietro le quinte. Rosi utilizza un metodo unico di immersione nelle storie che intende raccontare. Per girare Fuocoammare si è trasferito a Lampedusa e ci ha vissuto per più di un anno, in modo da provare sulla sua pelle cosa significhi trovarsi nell'epicentro del fenomeno migratorio. Il risultato è un'immersione totale in una delle più grandi tragedie del nuovo millennio, capace di far riflettere sull'attualità con le armi del grande cinema.
Perché vederlo. Perché è il candidato italiano alla cinquina degli Oscar come miglior film straniero. E poi perché, come detto, è grande cinema che usa il linguaggio del documentario per svelare l'impatto che la migrazione ha sulle vite di chi la tenta e di chi la osserva e con essa interagisce.
I premi. Orso d'Oro al Festival di Berlino 2016. Un Nastro d'Argento speciale per la “denuncia potente che richiama i Governi del mondo a responsabilità colpevoli e ormai indilazionabili”.
Dove e quando. Su Rai Tre alle 21:15.
Leggete la nostra recensione di Fuocoammare.