In concomitanza con la versione newyorkese del Comic-Con, infatti, e' stato presentato il primo episodio della stagione iniziale (la cui messa in onda e' programmata per il 19 gennaio prossimo) alla presenza di alcuni dei suddetti realizzatori: Natalie Chaidez (showrunner e produttore esecutivo), Terry Matalas e Travis Fickett (sceneggiatori e coproduttori esecutivi).
Sono loro a definire 12 Monkeys un "conspiracy show di fantascienza", ma non fondato sul viaggio nel tempo, quanto piuttosto sui personaggi e sulla loro ensemble. Anche perche' - come scherza Matalas - "non si tratta di una macchina del tempo molto buona, visti i tanti errori che commette". E' sempre lui pero' a promettere divertimento e a parlare con naturalezza di una seconda stagione.
Naturale chiedersi come sapranno espandere il concept originario fino a coprire un arco di uno o due anni. Di certo sfruttando i "molti punti di vista diversi" degli stessi protagonisti, come specifica Fickett, anticipando che quello che vedremo saranno soprattutto "le conseguenze" degli eventi noti e aggiungendo che la loro "espansione dell'universo universo gilliam e' ancora in costruzione", con tutto quello che possiamo immaginare.
A vedere il Pilot della serie diretta da Jeffrey Reiner, pero', qualche dubbio rimane, proprio sulla caratterizzazione di James Cole (Aaron Stanford), Cassandra Railly (Amanda Schull) & Co. Ovviamente al centro della puntata introduttiva ci sono i continui salti temporali tra il 2013, il 2015 (per aggiornare leggermente il contesto che fu) e il 2034. Le somiglianze sono molte, dall'ambientazione invernale all'incontro tra Cole e Cassandra, fino alla immancabile minaccia incombente, ma la'mbito televisivo non sembra giovare alla storia. Nonostante la presenza di elementi che potremmo definire ormai 'tipici' del genere, come la presenza del CDC al centro di The Strain di Guillermo Del Toro e il ritorno del Kirk Acevedo di Fringe in un habitat molto simile a quello gia' vissuto nella serie di J.J. Abrams.
Senza rischiare troppi spoiler - ma si parla pur sempre del solo Pilot di una serie basata sulla storia di un film di 20 anni fa - basti rammaricarsi dell'impari confronto tra l'eroe moderno e quello che fu, anche solo a livello di humor, credibilita' e presenza scenica. Purtroppo anche alcune delle scene chiave sono tutto sommato deboli, dall'assurdo 'rapimento' messo in scena nel posteggio notturno al 'test dell'orologio' e le sue conseguenze (compresa la Schull piu' preoccupata di tenersi la gonna durante una drammatica e salvifica fuga che del resto), fino alla rapida uscita di scena del villain piu' cattivo a favore della presentazione della figlia Jennifer, interpretata da Emily Hampshire.
La giovane attrice, vista gia' in Cosmopolis (2012) e BoyGirl (2006), oltre a dichiararsi comprensibilmente inizialmente "intimorita" nell'accettare la parte che fu di Brad Pitt ha anche ammesso di non aver mai visto il film prima di leggere lo script della serie. In fondo e' lei la sorpresa piu' grande di questo inizio stagione, per quanto sia sullo schermo per meno di un minuto. Terry Matalas assicura che il secondo episodio sara' decisamente concentrato su di lei - oltre che sulla cospirazione al centro dell'intreccio - apertamente "un buon modo per cambiare il film originale", come lo definisce ancora il co-sceneggiatore. Un personaggio brillante, instabile, imprevedibile e folle per buona parte, anche se l'impressione lasciata dall'attrice nell'incontro avuto non e' stata delle migliori…
E' sicuramente troppo presto per dare giudizi, su di lei e sugli altri dodici episodi della serie, che aspettiamo di vedere e della quale vi offriamo un altro breve assaggio circolato in rete:
