NOTIZIE

The Strain: i vampiri di Guillermo del Toro convincono la critica

Parte in USA la serie del regista di Pacific Rim, “un misto tra CSI e Blade”

The Strain

14.07.2014 - Autore: Marco Triolo
Una intelligente e originale commistione di vecchio e nuovo, capace di divertire e spaventare come poche serie attualmente in onda. Questa è, in soldoni, l'opinione che i media americani hanno di The Strain, la nuova serie ideata da Guillermo del Toro e Carlton Cuse (Lost, Bates Motel) a partire dalla trilogia di romanzi scritti da del Toro e Chuck Hogan (e pensati inizialmente come una serie, poi abortita) e definita “un misto tra CSI e Blade”.
 
The Strain re-immagina il mito dei vampiri a partire da basi scientifiche: protagonista della serie è Ephraim Goodweather (Corey Stoll), un ricercatore del CDC (Centro per il controllo delle malattie) di New York che viene chiamato a investigare, insieme al suo team, uno strano incidente che ha coinvolto un aereo di linea. Il ceppo virale scoperto è in realtà legato all'antica maledizione del vampirismo. Ma non aspettatevi i soliti vampiri con la carnagione pallida e i canini appuntiti: “La maggiore qualità di The Strain è l'abilità di aggiornare i vampiri pagando comunque pegno ai miti che si sono accumulati nei decenni – scrive Tim Molloy di The Wrap – Dimenticate gli austeri morsi sul collo di quelle storie metaforiche sul risveglio sessuale: il mostro di The Strain ficca la sua disgustosa appendice giù per la gola delle sue vittime”. 
 
“La televisione ha bisogno di un altro drama sui vampiri come la Germania aveva bisogno di qualche altro gol nel match contro il Brasile – ironizza Alan Sepinwall di HitFix – eppure The Strain è talmente pieno di immagini macabre e idee intelligenti da non sembrare la resurrezione di un genere stanco, ma il lancio di qualcosa di nuovo e divertente”. Anche per Sepinwall, The Strain è “un abile mix di vecchio e nuovo”. Da una parte c'è infatti Goodweather, lo scienziato. Dall'altra “Abraham Setrakian, un sopravvissuto dell'Olocausto che ha una lunga storia con i vampiri”. “È come se due personaggi provenienti da due generi totalmente incompatibili si fossero incrociati nelle rispettive storie, ma funziona”. E la ragione principale per cui funziona è che “del Toro, Cuse, Hogan e compagnia sono consapevoli di quanto tutto ciò sia ridicolo, e non fanno finta di niente”.
 
Tim Goodman di The Hollywood Reporter elabora meglio: “In The Strain ci sono sangue e spaventi, con immagini piuttosto geniali dal regista-sceneggiatore-creatore Guillermo del Toro. Ma la scrittura non è la maggiore qualità”. La serie “mette l'intrattenimento davanti alla profondità”: “Probabilmente è tutto ciò che la rete FX vuole. Ed è tutto ciò che vi dovete aspettare”.
 
Per Amanda Remling di International Business Times, al contrario, “la nuova serie è una delle creazioni più impressionanti di del Toro”. “I minuti finali del primo episodio sono una delle cose più folli che io abbia mai visto in TV, al pari di alcune incredibili morti de Il trono di spade e The Walking Dead”. Il pubblico televisivo è avvertito.