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Showbiz: 3D o non 3D? Questo è il dilemma

I risultati non proprio esaltanti delle copie 3D di "Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare" riaprono la questione sul futuro del formato e del cinema

Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare - Johnny Depp

31.05.2011 - Autore: Marco Triolo
3D o non 3D? La domanda ci assilla ormai da “Avatar, il film di James Cameron che prometteva di rivoluzionare totalmente l'industria del cinema e di convincere una volta per tutte che i film girati in 3D sarebbero stati il futuro. A posteriori, le promesse sono state molto ridimensionate: certo, “Avatar” è un film tecnicamente sopraffino che ha spostato avanti il discorso del realismo negli effetti speciali, ma in quanto alla terza dimensione come nuova via per il cinema siamo ancora parecchio lontani.

Zoe Saldana in Avatar

La colpa, se così possiamo definirla, è da attribuire principalmente all'avida politica degli Studios hollywoodiani, che recepito il successo senza paragoni di “Avatar” hanno subito messo in cantiere numerosi, troppi, film in 3D, di cui solo una manciata girati nel formato corretto. Entra il nuovo dilemma: 3D convertito o 3D reale? La risposta stavolta è un po' più facile: il 3D reale, se usato come si deve, può aggiungere effettivamente un livello di spettacolo nei pop-corn movies, mentre la conversione generalmente sollecita solo un fastidioso mal di testa e la sensazione di aver speso dieci euro in maniera quantomeno discutibile.

Una scena di Pirati dei Caraibi 4

Adesso giunge notizia che, forse, proprio la questione economica potrebbe tarpare le ali al nascente formato: dei risultati di “Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare” abbiamo già accennato in una news precedente, dove però non si faceva menzione del fatto che buona parte degli introiti nei primi giorni di programmazione sono derivati, almeno in USA, in maggior percentuale dagli schermi 2D. Il rifiuto di vedere la pellicola in tre dimensioni potrebbe essere derivato proprio dal costo extra del biglietto. Certo, stiamo comunque parlando di differenze non abissali: nella media, un grosso blockbuster pesca dal 3D tra il 55% e il 65% dei propri incassi nel weekend di esordio. “Pirati” invece si è assestato su un meno impressionante, ma comunque alto, 47%. Non dimentichiamo, poi, che i dati provengono dal solo Nord America: nel resto del mondo, e in special modo in Russia, Cina e Brasile, l'appetito per il formato è ancora alto. E' troppo presto, dunque, per dire se si tratti o meno di un segnale d'allarme, ma è certo che saturare ancora di più il mercato di film in 3D non sarà la mossa giusta da adottare per far fronte alla supposta crisi.

Michael Bay e James Cameron discutono del 3D

Se davvero l'epoca del nuovo 3D sia in chiusura anticipata, lo scopriremo molto presto: quest'estate ci aspetta una sfilza di pellicole tridimensionali da competizione. Si partirà con “Lanterna Verde” il 17 giugno (da noi arriverà solo il 31 agosto), per proseguire con “Transformers 3”, il più atteso perché Michael Bay aveva criticato il formato solo per abbracciarlo poco tempo dopo. Infine, vedremo anche “Harry Potter e i doni della morte - Parte 2”, “Captain America: Il primo vendicatore”, “Kung Fu Panda 2” e “I Puffi”. Di questi, esclusi ovviamente i film d'animazione, solo “Transformers” è girato con la tecnologia appropriata, e ha la totale benedizione di James Cameron, auto-proclamatosi guru della rivoluzione tridimensionale. Comunque la si metta, il futuro del cinema è ancora tutto da scrivere.

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