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Pif presenta In guerra per amore: "Racconto i nonni de La mafia uccide solo d'estate"

La Sicilia, la mafia e una storia d'amore nel secondo film da regista dell'autore siculo

Pif

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12.10.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, nel suo secondo film da regista torna a parlare di mafia. Anzi delle origini storiche della mafia. In guerra per amore, pellicola che segna la pre-apertura del Festival del Cinema di Roma, è un lavoro che si concentra sullo sbarco degli Alleati in Sicilia e su come la strategia militare del governo americano finì per favorire in parte il rafforzamento del fenomeno criminale. Niente estrema serietà però. Pif è sempre Pif; autore disincantato e ironico e In guerra per amore è soprattutto una commedia dolceamara dal profondo senso antimafioso. “Nel 1943 al contrario di quello che pensiamo, c’era un profondo senso dell’antimafia. Il Rapporto Scotten, che ci è servito come base per il film, faceva già allora un’analisi lucida del fenomeno. É sconvolgente”.

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Nel film anche tanta Sicilia. Soprattutto Erice, dove è stata girata buona parte della pellicola. “A Erice c’è un clima bizzarro. Alle 8 di mattina c’era sempre la nebbia visto che è a 700 metri di altezza. Sembra il Trentino-Alto Adige. Ma ne è valsa la pena. Il bello di girare in posti del genere è che lì cinema è ancora il cinema e lo vedi tantissimo nell’entusiasmo dei locali”. Impossibile poi non notare il legame tra il film, che racconta anche una storia d’amore tra Arturo (Pif) e Flora (Miriam Leone), e il primo lavoro del regista, La mafia uccide solo d’estate.

Temi simili qui solo portati indietro allo scorso secolo. “Arturo e Flora potrebbero essere i nonni dei protagonisti di La mafia uccide solo d’estate”. Infine il giudizio più politico sul film: “Sono felice che gli americani ci abbiano liberato. Meglio una democrazia scricchiolante che un regime. Certo, chiedere aiuto al male per fare del bene non funziona storicamente. Il male ti chiede sempre un conto salato. Credo ci sia un nesso tra la caduta del Muro di Berlino e l’uccisione di Salvo Lima in Sicilia. La mafia era anticomunista e quando cadde il Muro, e caduto il pericolo comunista, crollarono anche gli equilibri in Italia”. E Pif ce la farà mai ad allontanarsi dalla Sicilia? E soprattutto lo desidera per il suo cinema? “Voglio allontanarmi e raccontare il mondo. Mi fa piacere essere antimafia, lo siamo tutti, anzi dovremmo esserlo tutti”.