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Natalie Portman contestata in Israele. Problemi per il suo esordio alla regia

La comunita' ultra ortodossa di Gerusalemme disturba le riprese di "A Tale of Love and Darkness".

Natalie Portman, problemi da regista<br>

13.02.2014 - Autore: Mattia Pasquini
E' dall'inizio di febbraio che Natalie Portman sta girando nella sua nazione d'origine il suo attesissimo film d'esordio come regista, A Tale of Love and Darkness. Ma questo sembra disturbare i rappresentati della comunita' residente nella zona di Nahlaot scelta dall'attrice e produttrice di origine israeliana, i quali hanno inviato una lettera di protesta al vicesindaco della citta' di Gerusalemme lamentandosi dell'invasione del set e dei costumi degli attori. Una "Invasione straniera" come recitano delle scritte sui muri apparse in questi giorni, come riportato dal giornale 'Times of Israel'.

"Le riprese del film sono previste in molte strade importanti vicino a sinagoghe e yeshivot, e le scene che saranno girate dovranno essere esaminate preventivamente per assicurarci che non offendano la sensibilita' di nessuno" sono le parole della lettera che continua lamentando il comportamento delle autorita' che non avrebbero avvisato - senza consultarla - la comunita' del permesso concesso alla troupe, lasciata troppo libera. La replica non si e' fatta attendere, salomonica, con la certezza che "l'attrattiva della citta', la sua architettura unica e gli sforzi dell'industria cinematografica trionferanno", nonostante "la costante tensione tra il desiderio di celebrare una Gerusalemme diversa e interessante e i tentativi di gruppi estremisti di prevenirlo".

"La crescita cinematografica vista in Gerusalemme negli ultimi anni continuera' a fiorire, gia' da domani con Natalie Portman a Nahlaot" ha concluso il vicesindaco, confortando la regista di A Tale of Love and Darkness (film prodotto dalla stessa casa di produzione della Portman, la Handsomecharlie Films, grazie anche a 450.000 dollari della Jerusalem Development Authority proprio per girare il film nella capitale israeliana).

Questo primo progetto da regista - escludendo i corometraggi Eve, presentato a Venezia nel 2008, e l'episodio di New York, I Love You del 2009 - nasce dall'adattamento delle memorie dello scrittore israeliano Amos Oz sulla sua infanzia a Gerusalemme verso la fine degli anni '40, con la fine del mandato britannico in Palestina, e della sua crescita in parallelo con le questioni dei due stati. E dopo averne tanto parlato ed essersi dedicata alla produzione di documentari (come annunciato in occasione della presentazione di Thor: The Dark World), sarebbe un peccato che qualcosa la ostacolasse proprio in dirittura di arrivo di un film tanto desiderato, e che dovrebbe vederla partecipare in un piccolo ruolo, quello della madre di Oz, il protagonista.