NOTIZIE

A Venezia Natalie Portman presenta Vox Lux: “La violenza in America è diventata spettacolo”

L'attrice interpreta una pop-star tormentata nel nuovo film di Brady Corbet

Natalie Portman

04.09.2018 - Autore: Marco Triolo
“Il mio film vuole essere una cronaca del passaggio al 21° Secolo. Una riflessione poetica su quello che abbiamo affrontato negli ultimi anni. Viviamo in un'epoca ansiosa, passiamo tante notte insonni e il film è nato da questo”. A parlare è Brady Corbet, regista che torna a Venezia tre anni dopo aver vinto il premio Luigi De Laurentiis con la sua opera prima, L'infanzia di un capo.
 
Il suo Vox Lux è stato presentato in concorso e, a dispetto di quello che si potrebbe pensare da queste dichiarazioni, è la storia dell'ascesa e della crisi di una pop-star, Celeste, interpretata nei due segmenti del film da Raffey Cassidy (vista di recente ne Il sacrificio del cervo sacro) e Natalie Portman.
 
Vox Lux inizia dal trauma sofferto da Celeste, ferita gravemente nel corso di una sparatoria nella sua scuola nel 1999, un evento che ricorda molto da vicino la strage di Columbine. “Celeste è una persona affetta da sindrome da stress post-traumatico. È allo stesso tempo una vittima e un leader del suo tempo. Se il 20° Secolo è stato definito dalla banalità del male, il 21° Secolo sarà definito dall'esibizione del male”. “Il film non vuole dare un messaggio”, interviene Natalie Portman. “Piuttosto è un ritratto e una riflessione sull'incrocio tra cultura popolare e violenza, e su come entrambi siano percepiti come spettacolo”. E non a caso una delle scene del film vede un gruppo di terroristi croati riprendersi mentre falciano dei turisti su una spiaggia, indossando maschere ispirate al lavoro di Celeste.
 
I brani che Celeste canta in Vox Lux sono stati scritti dalla pop-star Sia. “Lei scrive per molti artisti e, poiché Celeste è un amalgama di personaggi diversi, reali e fittizi, questo fatto si adatta molto bene al personaggio”, spiega Corbet. “Poter cantare le canzoni di Sia è stato un lusso enorme”, confessa Portman.
 
All'attrice tocca anche un commento sulla differenza tra la vita da star della musica e star del cinema: “C'è un diverso ecosistema che cresce intorno a una pop-star, nel cinema non puoi avere questo genere di famiglia lavorativa. Nel mondo della musica viaggi molto e vivi insieme allo stesso gruppo di persone anche per un anno. Tutto questo può corrompersi quando amore e affari si mescolano”.
 
“Mi interessa molto esaminare l'effetto della violenza sulla psiche umana”, conclude la star, riflettendo sull'attuale battaglia per il controllo delle armi negli Stati Uniti. “Stiamo vivendo una sorta di guerra civile. E atti di violenza anche piccoli possono creare un terrore diffuso”.