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A Natale con Avatar

Il 18 dicembre assisteremo al ritorno nelle sale di James Cameron con il suo nuovo film Avatar. Dopo 13anni di assenza, ovvero dagli 11 Oscar che vinse con Titanic, il regista propone uno dei film più lungamente attesi nella storia del cinema.

Avatar

26.08.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Avatar è un kolossal circondato da un’aura mitica. Lungamente meditato, scritto nel 1995, prima di Titanic, poi accantonato a causa delle difficoltà tecniche, ripreso in mano nel 2005 col titolo Project 880, finalmente possiamo dire che James Cameron ha concluso la sua opera omnia, che vedremo nei cinema una settimana prima di Natale. Il budget è pazzesco, il più alto fino ad ora, 250 milioni di dollari che tra post-produzione e lancio salgono a 400. Una sfida personale per questo regista solitario che dopo – 11 anni - ritorna con un’altra pellicola entrata già nella storia. Le prodigiose tecniche di animazione digitale applicate agli attori in carne ed ossa in stile Il Signore degli Anelli, hanno fatto dichiarare a Cameron che più che ‘motion-capture’ la dicitura esatta è ‘e-motion-capture’, ovvero movimento intrecciato all’emozione.

Jake Sully (Sam Worthington) è un ex-marine paraplegico che viene inviato in missione sul pianeta alieno Pandora, grazie ad un avatar: un corpo che è un incrocio tra umani e Na’vi, realizzato attraverso la bioingenieria, e in cui è possibile proiettare la propria coscienza. Ma l’obiettivo che prelude alla colonizzazione da parte degli umani di questo nuovo pianeta, dato che la Terra è stata sfruttata fino allo sfinimento, si complica quando il soldato si innamora di una indigena Na’vi. Ed è costretto a scegliere tra il proprio mondo morente e quello rigoglioso e lontano, a lui del tutto estraneo.

Fantascienza e melodramma, riflessione sull’ambiente, scontro fra culture e il significato dell’essenza umana. Questo è il segreto di Cameron: “Creare mondi alieni che siano riconoscibili dal pubblico, dove ci si stupisce e ci si emoziona”.