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L'odore della vita

In uscita il nuovo film di Mario Martone, "L'odore del sangue", liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Goffredo Parise. Tra la tragicità del destino e la responsabilità del libero arbitrio il regista napoletano si interroga sul potere della parola e dei gesti nei rapporti interpersonali.

L'odore del sangue

12.04.2007 - Autore: Giorgia Bernoni
Il disordine, l'ambiguità, il destino ed il senso di colpa. Forti le tematiche che Mario Martone racconta nel suo nuovo film "L\'odore del sangue" in uscita il 2 aprile prossimo in oltre 100 sale italiane. Tratto dal romanzo di Goffredo Parise e interpretato da Michele Placido, Fanny Ardant e Giovanna Giuliani, il film racconta la storia di Carlo, un giornalista-scrittore, sospeso tra l\'amore di Silvia e la giovane amante Lù. Una storia che prende una direzione precisa e tragica quando la matura Silvia si lascia coinvolgere dalla storia con un ragazzo misterioso e violento.   "Il libro di Parise e\' apparso molti anni dopo essere stato scritto e dopo la morte dell\'autore -spiega Martone in occasione della conferenza stampa- io l\'ho letto nel 1997 e l\'ho vissuto come una storia contemporanea. Il film guarda moltissimo al libro, cerca di fare un corpo a corpo con il romanzo, non ne prende spunto". La storia, ambientata nel libro negli anni \'70, e\' spostata all\'attualità in una Roma plumbea che fa da sfondo alla vicenda. Nel film -aggiunge il regista- ho utilizzato anche alcune dichiarazioni tratte da articoli che Parise aveva scritto sulla violenza e sul disordine del mondo. Perché quel che sta accadendo intorno a noi non e\' separato da quel che accade dentro di noi".   Al percorso che compie il protagonista del film, alla ricerca affannosa del ragazzo fantasma, fa da binario parallelo la discesa di Silvia nel degrado morale. "Non e\' la classica storia a tre -spiega Fanny Ardant- Da Silvia ci si aspetta saggezza ma lei non accetta l\'abbandono e la solitudine e fa precipitare le cose diventando l\'oggetto dello scandalo". "Le ferite e le lacerazioni di oggi sono ancor più profonde di quelle degli anni \'70, quando Parise scrisse il romanzo. -continua Michele Placido estremamente fisico nella difficile interpretazione- Le nostre storie sono quasi tutte oscene e disordinate. "Il film -aggiunge Martone- e\' come una tragedia greca, con 3 personaggi e il destino che piomba nelle storie. Le parole e i dialoghi sono il vero scandalo del libro perché Parise usava parole semplici per affrontare materie complesse". Dialoghi spesso diretti ed espliciti che, spiega Martone, "fanno entrare i personaggi in un labirinto in cui giocano a dirsi la verità"   "L'odore del sangue" contiene anche alcune scene di sesso che potrebbero portare dei divieti al film, possibilità che il regista accantona: "Trovo che la censura sia una cosa che appartiene a un tempo da far sparire una volta e per tutte. A volte ci sono storie amorali che non sono censurate, questo e\' invece un film con un forte moralismo". La pellicola, che aspira ad essere selezionato per Cannes, e\' anche un film che non dice ed è questo sicuramente il suo pregio maggiore: non compare mai il giovane amante e molto del sesso di cui si parla e\' raccontato. \'\'Siamo molto fortunati ad avere ancora la possibilità di non dire", conclude Martone.