NOTIZIE

L'impero dei lupi

In una Parigi notturna e piovosa due storie sembrano incrociarsi. Un thriller cupo e soprannaturale con Jean Reno e Laura Morante

L' Impero dei Lupi

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Francia, 2005.
Di Chris Nahon;
con Jean Reno, Arly Jover, Jocelyn Quivrin, Laura Morante


In una Parigi notturna  e piovosa due storie sembrano incrociarsi. L’ispettore Paul Nerteaux (Jocelyn Quivrin) sta dando la caccia ad un serial-killer che ha ucciso e barbaramente sfigurato tre clandestine di origine turca; per risolvere il caso, è costretto a chiedere aiuto a Jean-Louis Schiffer (Jean Reno), un ex-poliziotto radiato che un tempo vigilava sul quartiere turco della città. Nel frattempo la bella Anna Heymes (Arly Jover) è convinta di star perdendo la memoria a causa di qualche danno al cervello: in molti momenti addirittura non riconosce il marito, un poliziotto della squadra anti-terrorismo. Insieme alla psichiatra Mathilde (Laura Morante) deve riuscire a far luce sul mistero che circonda il suo passato ed i suoi problemi con la memoria.

Nonostante si tratti di gran lunga del miglior film tratto da un romanzo di Jean Christophe Grangé, anche questo “L’impero dei lupi” è ben lontano dal convincere del tutto. Come al solito la vicenda parte su determinate basi, che sfiorano il thriller soprannaturale, per diventare poi un più semplice ed accomodante giallo a sfondo spionistico. La prima parte del film è senza dubbio la più riuscita: la tensione generata dagli enigmi che i protagonisti di trovano a voler sciogliere rende il film abbastanza affascinante, anche se sia storia che messa inscena di certo non si segnalano per originalità e tocco creativo. Per un’ora almeno però “L’impero dei lupi” si muove sinuoso e ben architettato, spostandosi con discreto ritmo narrativo tra scene d’azione ed altre di tensione psicologica. Man mano che matassa della vicenda inizia a sciogliersi però il film perde di interesse e soprattutto di presa emotiva sullo spettatore. Nella seconda metà infatti assistiamo ad un polpettone piuttosto insensato, condito da continui colpi di scena e ribaltamenti di fronte che non servono a molto; quando poi arriva un’escalation di azione che alla fine porta l’opera ad essere una sorta di action-movie esoterico (come è successo d’altronde anche negli altri film tratti da Grangé), ecco che la credibilità e soprattutto il fascino si disperdono sotto i colpi dell’ovvietà e del facile effetto. Chris Nahon dirige il tutto senza una precisa idea estetica, ma riesce comunque a dotare la pellicola di un impianto visivo accettabile, anche se forse troppo calcato sull’espressionismo fornito dalla continua pioggia e dall’oscurità in cui si dipana tutta la vicenda. Gli attori hanno tutti dei ruoli troppo stereotipati per poterli riempire con delle tessiture psicologiche di qualche rilevanza, e si limitano a dare fisicità ai rispettivi personaggi, nulla più.

In conclusione, “L’impero dei lupi” parte come un discreto thriller e si affloscia immancabilmente quando il mistero che lo tiene in piedi inizia ad essere risolto. A tenere in piedi il film in teoria dovrebbe rimanere l’accuratezza della confezione, ma i questo caso assolutamente non basta a fare in modo che il nostro giudizio complessivo sul film sia positivo.
FILM E PERSONE