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L'amore sospetto

Opera seconda dello scrittore e sceneggiatore Emmanuel Carrere, ironico e tagliente come una commedia di costume, "L'Amore sospetto" diventa pian piano un dramma psicologico che si fa livido e disperato

L'amore sospetto

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Prima di andare a cena da amici, insieme alla sua compagna  Agnès (Emmanuelle Devos), Marc (Vincent Lindon) decide di tagliarsi i suoi leggendari baffi, che porta da tempo interminabile. Già dopo pochi attimi ha una bizzarra sorpresa: la donna non sembra per nulla accorgersi del cambiamento. Marc pensa ad uno scherzo da parte sua, ma la situazione si complica notevolmente quando sia amici che colleghi nei giorni successivi continuano a non accorgersi di nulla. Complotto macabro o cos’altro? Pian piano Marc inizia a cadere in una profonda crisi esistenziale, che prima lo porta a valutare con sfiducia le persone e la realtà che lo circonda. Ma qual è la realtà? Tutto ciò che all’uomo sembra reale potrebbe invece non esserlo? Attanagliato dal dubbio, Marc sprofonda sempre più verso il disequilibrio e l’incertezza…

Opera seconda dello scrittore e sceneggiatore Emmanuel Carrere dopo l’inedito “Retour à Kotelnitch” (id., 2003), anche questa sua ultima fatica riprende un tema evidentemente a lui caro come la perdita di certezze e di identità da parte di un protagonista maschile. Questo discorso era già stato sapientemente esplicitato nel giallo psicologico “L’avversario” (L’Adversaire, 2002) diretto dalla brava Nicole Garcia, e tratto dalla sceneggiatura e dal romanzo dello stesso Carrere. Con questo intenso e sorprendente “L’Amore sospetto” (ma che titolo e? chi l’ha ideato?) l’autore sceglie più esplicitamente la via del melodramma, costruendo una storia che soltanto in filigrana possiede i prodromi del giallo. Anzi, la parte iniziale del film procede come una commedia dai vaghi accenni surreali, ed è forse il momento migliore della pellicola: Vincent Lindon sfrutta la meglio la sua naturale simpatia, regalando al personaggio di Marc una guascona cialtroneria che gli si addice in tutto; a fargli da perfetto contraltare l’algida ed elegante Emmanuelle Devos.

Ironico e tagliente come una commedia di costume, “L’Amore sospetto” man mano che procede diventa invece un dramma psicologico che si fa livido e disperato: Carrere costruisce una progressione drammatica ed emotiva di notevole intensità, a cui si può forse imputare un certo intellettualismo in alcuni passaggi narrativi ed in determinare scelte di messa in scena. Per il resto però il film è assolutamente coinvolgente nella definizione del protagonista, e raffinato nel raccontare una vicenda tutta personale.

Esempio preciso di un certo tipo di cinema francese raffinato e se vogliamo vagamente intellettuale, “L’Amore sospetto” è comunque una pellicola molto ben congegnata, che sorprende con i suoi spostamenti di tono e soprattutto di punti di vista. Molto del merito va sicuramente ad un convincente Vincent Lindon