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L'amore secondo Dan

Già regista dell'intrigante "Indie" "Schegge di April" e sceneggiatore nominato all'Oscar per "About a Boy", Peter Hedges torna a dirigere "L'amore secondo Dan".

Dan in Real Life

27.03.2008 - Autore: Adriano Ercolani
Vi sono tutta una serie di pellicole che non apportano di certo nulla alla storia del cinema contemporaneo, e lavorano su storie e tipi narrativi già ampiamente visitati, ma lo fanno con una delicatezza ed una professionalità che alla fine non possono in fondo non convincere. Questo sembra proprio essere il caso del nuovo film diretto da Peter Hedges, la commedia malinconica “L’amore secondo Dan “(Dan in Real Life, 2007).

Già regista dell’intrigante “Indie” “Schegge di April” (Pieces of April, 2003) e sceneggiatore nominato all’Oscar per “About a Boy” (Id., 2002), Hedges dimostra fin dalla presentazione delle sue figure di voler lavorare secondo direttive già ampiamente collaudate: la storia è quella dello scrittore in carriera, vedovo e con tre figlie in età adolescenziale, che incontra la donna che può riportarlo alla felicità salvo poi scoprire che è la nuova fidanzata di suo fratello. Da questo equivoco si dipanerà tutta la vicenda amorosa, incentrata durante il solito raduno familiare.

Nulla di particolarmente nuovo o originale, e bastano le poche righe della trama appena riassunta a dimostrarlo senza problemi. Se quindi si conoscono le premesse abusate, e si sa esattamente dove la storia ci andrà a portare, ciò nonostante in più di un’occasione il lungometraggio funziona a livello puramente emotivo, ed arriva addirittura a commuovere.

Molto del merito di questo indubbio pregio è da attribuire all’interpretazione del protagonista Steve Carell, il quale se in un paio di scene riesce ad irritare per la sua eccessiva caratterizzazione comica, in altre invece mantiene un timbro sommesso e doloroso che non gli avevamo riscontrato in precedenti prove, e che ci ha sorpreso in positivo.

A fargli da degna spalla una Juliette Binoche anch’essa stranamente moderata, esente dal solito istrionismo che ne ha caratterizzato alcuni eccessi passati. A far da contorno una serie di interpreti secondari di tutto rispetto, sui cui spiccano i genitori John Mahoney e Dianne Wiest, ed un’avvenente Emily Blunt che si ritaglia poco più di un cammeo.

Pur con la sicurezza di non trovare nulla di nuovo in sala, vi consigliamo di  prestare l’attenzione necessaria a questo “L’amore secondo Dan”, perché è una commedia gentile e dal tocco delicato, che riesce in alcuni momenti a spingere i tasti giusti dell’emotività, e può conquistare lo spettatore disposto a lasciarsi andare, anche grazie a due o tre canzoni che hanno fatto la storia della musica rock contemporanea.

Peter Hedges ha diretto un’pera che rivendica la sua indipendenza dai sistemi produttivi delle Major Americane, ma allo stesso tempo ne sa adoperare gli stilemi narrativi con sapienza. In America il film è andato piuttosto bene al botteghino, incassando più di quaranta milioni di dollari.
Speriamo che anche in Italia, nonostante il periodo di “magra” in cui la pellicola sta uscendo, riesca comunque ad ottenere i risultati che in fondo ha dimostrato di meritare.