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Top Five: il meglio dei Buddy Cop Movies

In occasione dell'uscita di "Poliziotti fuori", rivediamo insieme le cinque migliori coppie di tutori dell'ordine cinematografici, da "Tango & Cash" ad "Arma letale". Perché in due si lavora meglio.

Poliziotti fuori - Bruce Willis e Tracy Morgan

27.06.2010 - Autore: Marco Triolo
Con l'uscita di “Poliziotti fuori”, ultima fatica di Kevin Smith ormai alle porte (leggete qui le recensioni del film), noi di Film.it abbiamo pensato di celebrare i buddy cop movies, uno dei sottogeneri hollywoodiani più amati. Spesso l'accoppiata tra uno sbirro bianco e uno di colore, o di semplici razze o nazionalità diverse (vedi la saga di “Rush Hour”, oppure “Danko”), molto più spesso tra due caratteri incompatibili che devono imparare a collaborare, il filone dei “buddy cops” ha sfornato alcune delle action comedies di maggior successo al botteghino, e spesso allietato le serate a furia di VHS e pizza ordinata a portar via, e ancora oggi non accenna a spegnersi. Oltre al film di Smith, presto vedremo anche l'attesissimo “The Other Guys” (qui la nostra anteprima), sorta di risposta americana a “Hot Fuzz” interpretata da Will Ferrell e Mark Wahlberg, di cui abbiamo già parlato qui. Come sempre, è impossibile sintetizzare tutto in cinque film, ma ci proveremo comunque.

Tango & Cash

5. “Tango & Cash” (1989)
Sylvester Stallone e Kurt Russell fanno due agenti della narcotici di Los Angeles che vengono incastrati da un boss della droga per un omicidio che non hanno commesso. Dopo essere evasi dal carcere, procedono a ripulire il loro nome. Vi basta? D'altra parte, cosa si può volere di più da un action movie? Uno dei pochi casi in cui i due sbirri hanno lo stesso colore della pelle, ma per il resto sono diametralmente opposti: Tango (Stallone) ama vestirsi firmato e parla al telefono più con il suo agente di borsa che con sua madre, mentre Cash (Russell) è un capellone trasandato e dai modi chiassosi. Insieme faranno scintille e metteranno al tappeto i cattivi. E se per farlo dovranno spaccare qualche grugno... ben venga!
La frase:Rambo è una pulce!” - Ray Tango

48 ore

4. “48 ore” (1982)

Per trovare gli assassini dei suoi colleghi, il poliziotto alcolizzato Jack Cates forma un improbabile sodalizio con il loro ex partner Reggie Hammond: avranno 48 ore per trovarli prima che Reggie debba tornare in prigione. Nick Nolte e Eddie Murphy (al suo primo ruolo importante) interpretano la coppia standard del buddy cop movie (anche se Reggie non è un sbirro) in un film fondamentale per il filone. Walter Hill dirige con furia, divertendosi un mondo. E l'alchimia tra Nolte e Murphy anticipa di ben cinque anni quella tra Mel Gibson e Danny Glover in “Arma letale”. Prima di “Beverly Hills Cop”, Eddie Murphy faceva già morire dal ridere.
La frase:Sono il peggior nemico che tu abbia sulla faccia della terra... un negro col distintivo!” - Reggie Hammond

Hot Fuzz

3. “Hot Fuzz” (2007)
Il trio Edgar Wright/Simon Pegg/Nick Frost ritorna dopo “L'alba dei morti dementi” con un altro accorato ed esilarante omaggio al cinema da loro amato. Sì, perché questi tre geniacci non realizzano delle parodie, ma delle dichiarazioni d'amore al cinema di genere. In questo caso trattasi proprio del buddy cop: da una parte c'è il supersbirro di città Nick Angel (Pegg), trasferito in provincia perché troppo bravo. Dall'altra il sovrappeso Danny Butterman (Frost), poco esperto nelle tattiche di polizia ma molto esperto di film d'azione. Il suo film preferito è “Bad Boys 2”, e quasi ci rimane quando viene a sapere che Nick non l'ha mai visto. La scena finale, in cui i due portano la legge nel paesino, è spettacolare e allo stesso tempo divertentissima perché strizza l'occhio a parecchio cinema action americano e non: oltre all'ovvio Michael Bay, ci sono “Point Break” e persino “Per un pugno di dollari”. Tra esplosioni, “motherfuckers” e compagnia cantante, Wright dimostra di non essere da meno dei suoi colleghi oltreoceano, quando si parla di azione con la “A” maiuscola!
La frase:Hai mai sparato in aria e poi fatto 'Aaaah'?” - Danny Butterman

Die Hard - Duri a morire

2. “Die Hard – Duri a morire” (1995)
Il terzo film della saga di John McClane vede il ritorno dietro la macchina da presa del regista originale, John McTiernan, ma il tono cambia completamente: smessi i panni dell'action claustrofobico (scopiazzati alla bell'e meglio da Renny Harlin in “Die Hard 2”), si passa al buddy cop, e con grandi risultati! Il cambio di registro è dovuto al fatto che la sceneggiatura in origine era stata scritta per un film indipendente, e solo in seguito adattata allo sbirro di Bruce Willis. Al suo fianco, un brillante Samuel L. Jackson lo assiste in una lotta contro il tempo per fermare il pericoloso terrorista Simon (Jeremy Irons), che li tiene a bada con una serie di letali indovinelli, ma in realtà ha in programma di rapinare la Federal Reserve. Ne esce un film d'azione inarrestabile, puntellato da un umorismo contagioso e giocato su un'inversione di ruoli: Jackson fa il razzista, che sulle prime non si fida del suo compagno di disavventure perché “non bisogna fidarsi dell'uomo bianco”! Bruce Willis sta al gioco e sfodera tutta la sua autoironia: gira in canottiera, sporco di sangue, sudore e grasso. Da parte sua, McTiernan ci da dentro con l'azione: la prima esplosione, durante i titoli di testa, è come uno start. Da quel preciso istante, ha inizio una corsa a rotta di collo che terminerà solo con la parola “Fine”!
La frase:Non ho detto Park Drive... Ho detto attraverso il parco!” - John McClane

Arma letale

1. “Arma letale” (1987)
Un'accoppiata tanto male assortita quanto vincente: da un lato, il sergente prossimo alla pensione Roger Murtaugh, dall'altro il suo giovane e scapestrato collega Martin Riggs, sempre pronto a gettarsi noncurante nelle fauci dell'azione. Riggs non ha nulla da perdere, anzi: vorrebbe tanto farla finita, e si riserva pure una pallottola speciale per l'occasione. Da poco ha infatti perso la moglie: saranno l'amicizia con il collega anziano – anche se all'inizio non si reggono – e l'indagine da loro svolta per incastrare un signore della droga a restituire a Riggs la voglia di vivere. Con “Arma letale”, Mel Gibson, Danny Glover, Richard Donner e lo sceneggiatore Shane Black insegnano a tutti come si fa il lavoro: a differenza dei seguiti, che spingono maggiormente sull'ironia, il primo capitolo della saga è molto più violento e senza compromessi, e Riggs mostra per davvero il suo lato violento e rabbioso. C'è ovviamente posto per la commedia e, come detto, per la redenzione. E poi per tanti inseguimenti, cazzotti, fratture e colpi di revolver. Insomma, non siamo mica qui per discutere del colore delle tendine: vogliamo vedere il sangue!
La frase:Sono troppo vecchio per queste stronzate!” - Roger Murtaugh

L'ultimo boy scout

In conclusione, riportiamo un necrologio dei film che non ce l'hanno fatta a rientrare nella nostra Top Five, anche se l'avrebbero meritato: ricordiamo innanzitutto “L'ultimo boyscout”, interpretato dalla coppia scoppiata Bruce Willis/Damon Wayans e diretto da Tony Scott. Non sta nella Top Five per un motivo molto semplice: due Bruce Willis erano troppi. Per lo stesso motivo, rimane fuori anche “Beverly Hills Cop”: tra questo e “48 ore”, entrambi con Eddie Murphy, ci pareva che il secondo rientrasse di più nel filone qui trattato. Anche se bisogna dire che la action comedy di Martin Brest ha una struttura piuttosto originale: anziché due sbirri, ne mette insieme tre! Manca anche “Rush Hour” di Brett Ratner: pur non riuscitissimo, il film mette in scena la prima coppia interrazziale senza bianchi. Infine, abbiamo anche escluso “Bad Boys”: con tutto il rispetto per la sua importanza nel filone, lo stile fracassone e videoclipparo di Michael Bay a volte può dare ai nervi. Ce ne sarebbero altri da citare, tangenziali al genere: “Fuga di mezzanotte” (sempre di Brest), “Men in Black”, “Point Break”... Ognuno ha la sua Top Five in testa. E così è giusto che sia.

Per saperne di più
Il trailer di Poliziotti fuori
Le recensioni americane del film
Anteprima: The Other Guys