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La strage di Denver: una riflessione

A poche ore dai tragici fatti di Aurora, tutti pensano a Batman. Ma pochi mettono a fuoco il vero problema

Il cavaliere oscuro - Il ritorno - Strage di Denver

20.07.2012 - Autore: Marco Triolo
James Holmes, un ventiquattrenne del cui background non si conosce per ora nulla, si è fatto strada circa all'una di notte all'interno di un cinema nel centro commerciale di Aurora, nei pressi di Denver, e ha sparato sul pubblico che si stava godendo Il cavaliere oscuro – Il ritorno, ferendo a morte dodici persone. Tra questi anche dei bambini. Questi sono i fatti. Poi, tutto quello che gira intorno ai fatti serve solo a darsi una spiegazione di ciò che è accaduto. Una spiegazione spesso più rassicurante che convincente.

È l'ennesima strage che fa notizia e risolleva ancora una volta la questione della “pericolosità” dei media: televisione, cinema e fumetto non sono pericolosi in sé e per sé, e pensarlo non fa altro che ledere in maniera preoccupante la libertà di espressione e pensiero. Certo, negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a una spettacolarizzazione sempre più spinta della vita della gente comune, al punto che oggi tutti ci consideriamo bene o male come i grandi protagonisti di una “saga epica” e non vogliamo mai rinunciare ai nostri sogni. Purtroppo, c'è sempre un pazzo che porta tutto questo alle estreme conseguenze.

Poi c'è un'altra questione: ancora non si è capito se Holmes indossasse o meno il costume di Bane. Qualcuno già si erge a difensore dei fumetti e se la prende con i Tg che sottolineano questo dettaglio, ma i fatti vanno riportati. E se si scoprisse che è vero, il succo del discorso non cambierebbe: non bisogna censurare Il cavaliere oscuro – Il ritorno, né tantomeno additarlo come capro espiatorio dei mali della società, solo perché un pazzo lo ha travisato facendo quello che ha fatto.

Il vero dato preoccupante qui non ha niente a che vedere con Batman: a sole venti miglia da Aurora c'è Columbine, la cittadina della famosa strage di cui hanno parlato Michael Moore (Bowling a Columbine) e Gus Van Sant (Elephant). Bisognerebbe prendere questo fatto più come l'ennesimo esempio dei danni causati da una gestione scriteriata del commercio delle armi. È inutile che si permetta a chiunque di entrare in un negozio di armi e fare acquisti senza restrizioni, per poi scandalizzarsi e dirsi “scioccati” quando succede una cosa del genere. Quante volte ancora dovremo sentire notizie come questa, prima che qualcuno in America faccia qualcosa? Quante altre Columbine? Una stampa responsabile dovrebbe porsi prima di tutto queste domande.

Al di là di tutte le polemiche e i giri di parole, nessuno potrà restituire la vita a quelle persone, il cui unico errore è stato quello di comprare il biglietto per lo spettacolo sbagliato. Noi, da parte nostra, possiamo solo invitarvi a vedere il film, e a non darla vinta a chi vorrebbe infangare il buon nome di Batman.