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Iron Man 3: il canto di Natale di Tony Stark

Marvel inaugura la 'Fase Due' con un film che chiude il cerchio narrativo del personaggio di Robert Downey Jr, eroe che questa volta non può farcela senza l'aiuto della sua donna

Iron Man 3 - Robert Downey Jr.

19.04.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Londra - C'è un certo rischio quando si ha a che fare con Tony Stark. Come lo stesso Robert Downey Jr. ha affermato: “Solo perché sei un supereroe, non puoi non essere un po' stronzo”. Ce lo conferma Shane Black, l'uomo che ha ereditato il timone del franchise di Iron Man per il terzo episodio della saga, pellicola che inaugura l'era post-Avengers.

Il primo film della "Fase Due" dei Marvel Studios è una storia di demoni interiori con un eroe che viene inghiottito dal buio. Come lo stesso Tony Stark annuncia all'inizio: “Ognuno crea da sé i propri demoni". Il protagonista di Iron Man 3 si trasforma in una specie di Ebenezer Scrooge: “Lo ritroviamo a Natale, un'ambientazione simile a un palcoscenico esagerato - afferma Black - Un periodo in cui le persone sono più che mai impegnate e coloro che sono soli restano ancora più soli. Non è un caso che tanti suicidi avvengano proprio durante quelle feste. Direi quindi che Iron Man 3 è il mio omaggio a Dickens e al Canto di Natale. Vedrete un Tony Stark a cui fanno visita i fantasmi del passato, tra cui la donna con cui ha dormito e di cui non ricorda più nulla”.

Iron Man 3 robert downey jr Shane Black intervista
Il trailer di Iron Man 3

Dopo il passo falso del secondo episodio – troppo lungo e finito per rivelarsi uno stanco giocattolone ripetitivo – il terzo Iron Man cerca di aggiustare il tiro, offrendo grande spettacolo d'azione (con una scena ambientata sull'Air Force One in avaria). Allo stesso tempo cerca di scendere dalle nuvole e presentare personaggi con i piedi per terra. La pellicola, infatti, tesse una trama che strizza l'occhio ai thriller politici di Tom Clancy con Downey spesso senza armatura e armato di pistola, potenti uomini d'affari manipolatori e terroristi che ricordano Osama Bin Laden. Anche se Sir Ben Kingsley, straordinario come sempre nei panni del Mandarino, assicura: “Non mi sono ispirato a nessun terrorista, ho semplicemente guardato di fila Iron Man, il sequel e The Avengers per capire per bene i toni della saga”. E Downey aggiunge: “Esploriamo una vasta quantità di temi. Vogliamo che il pubblico discuta una volta lasciata la sala. Ma attenzione, il nostro è intrattenimento intelligente. Non non vogliamo essere politici”.

Dunque non "Bigger" ma diverso: il terzo sequel di Iron Man cerca di non seguire la formula standard che Hollywood applica ai sequel, bensì di esplorare nuovi orizzonti e aprire ulteriormente il franchise a un pubblico femminile, onorando le donne in scena. Non a caso la parola d'ordine questa volta è “Womanisation”. In un periodo in cui il cinema made in USA evita di creare ruoli femminili interessanti, Iron Man 3 punta tutto sul personaggio di Gwyneth Paltrow, trasformandola in una guerriera: “Sono stanco dei film sui supereroi che non hanno un gusto speciale – continua il regista – Abbiamo insistito tanto per avere scene realistiche tra donne con dialoghi interessanti. D'altra parte questa volta abbiamo anche un'alpha-woman”.

Iron Man 3 robert downey jr Shane Black intervista
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E' questa la soluzione applicata per perfezionare l'eroe action del ventunesimo secolo?
“Sì – conclude Black – Il problema degli alpha-male è che vengono basati sempre su formule di marketing che inevitabilmente finiscono per fallire. Gli stessi registi di quei film spesso mostrano una chiara avversione per quelle formule. Iron Man 3 riprende il tema della commedia romantica, che era l'aspetto più divertente del primo film. Allo stesso tempo abbiamo concepito il film come una specie di 'Frank Capra in versione sci-fi' con un eroe che viene scacciato dai cattivi dalle spiagge di Malibu, finendo sperduto nella Middle America dove dovrà ritrovare se stesso”.

Iron Man 3, in uscita il 24 aprile, è distribuito da The Walt Disney Company Italia.