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Venezia 68: Here Comes George

Primo giorno del festival, solito delirio per Clooney che ha aperto le danze presentando l'ottimo "The Ides of March" e che dichiara: "non farò mai politica"

George Clooney a Venezia 68

31.08.2011 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Venezia
Venezia - Gente sui lampadari, macchine fotografiche schierate pronte a far fuoco e circa cinquanta telecamere puntate sul corridoio di ingresso della sala conferenze del Festival di Venezia. Sembra una scena già vista altre volte qui al Festival, un momento che riviviamo in occasione del giorno di apertura della sessantottesima Mostra, quello in cui George Clooney ha presentato il suo quarto gran bel film da regista, “Le idi di marzo”. 

Sappiamo già che lui è il primo a mostrare autoironia, pronto a schivare qualsiasi domanda scomoda o troppo personale che le lingue lunghe del gossip possano chiedergli, ma questa volta lui inizia proprio dalla parola “personale”: “Questo è un film molto personale – dice – quando lavori quattro anni a un progetto non può che essere così. Ma non è un film politico, piuttosto è un morality tale con un protagonista che si ritrova davanti a una decisione, quella di vendere la sua anima per ottenere il potere. Un film di cui sono molto orgoglioso”.

Sullo schermo Ryan Gosling – sempre più bravo film dopo film – interpreta il braccio destro di un governatore democratico in piena campagna elettorale; scoprirà del marcio nella vita privata del politico, facendo crollare ogni entusiasmo per questo futuro presidente USA. Ma i giochi di potere non ci metteranno tanto a travolgerlo, minacciando l'integrità della sua anima”.

E’ un po’ una premessa shakespeariana – continua Clooney – non stiamo a raccontare nulla di nuovo, dal momento che la corruzione politica esiste almeno dai tempi di Giulio Cesare. Il fatto che continuiamo a ripetere certi sbagli è folle. Ma vi dico una cosa, in questo momento alla Casa Bianca c’è un uomo che è più intelligente e cordiale di chiunque voi o io possiate conoscere. Purtroppo questo è un momento molto difficile per governare in America, un periodo in cui il cinismo sta avendo la meglio sull’idealismo, ma sono certo che passerà e che sistemeremo le cose”.

Tradimenti, corruzione e uno scandalo sessuale, e cioè nelle parole dello stesso regista “temi politici che sono attuali in gran parte della scena mondiale. Non ce li siamo inventati né tantomeno sogno di consigliare il film ai politici che vengono tentati”. Sostenuto da colonne portanti del cinema americano come Philip Seymour Hoffman e Paul Giamatti, Clooney ringrazia la sua squadra di lavoro – composta anche da Marisa Tomei ed Evan Rachel Wood - affermando: “Loro mi hanno reso tutto più facile. Abbiamo potuto realizzare questo progetto con soli dodici milioni di dollari, non tanti soldi per un film con questo gruppo di attori”. Su una cosa l’ironico Clooney è sicuro: “Amo dirigere me stesso, ogni volta, alla fine di una scena, posso farmi i complimenti da solo!”. E conclude: “Non ho alcuna intenzione di fare politica, non voglio quel tipo di responsabilità, amo il mio lavoro e la possibilità di poter raccontare storie che pongano delle domande al pubblico. Purtroppo a volte, quelle stesse storie non riscuotono belle recensioni…”.

Le idi di marzo” sarà distribuito nei cinema dalla 01 Distribution a partire da gennaio 2012


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