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Christopher Nolan svela i segreti di Dunkirk [VIDEOINTERVISTA] 

Film.it incontra il regista per parlare del kolossal di guerra in arrivo dal 31 agosto

14.07.2017 - Autore: Servizio di Pierpaolo Festa, montaggio di Paola Schettino Nobile (Nexta)
Dimenticate Salvate il soldato Ryan, American Sniper o Black Hawk Down. E i soldati di quei film che si prendono cura dei propri compagni. Tra i soldati di Dunkirk regna la paura, e per salvare la pelle è spesso "ognuno per sé e Dio per tutti". Film.it discute proprio di questo con Christopher Nolan quando lo incontriamo in un campo di aviazione a un paio d'ore dal centro di Londra. Come è riuscito il regista a realizzare un kolossal di guerra diverso rispetto ai più grandi war movie usciti negli ultimi vent'anni? 
 
La risposta nella videointervista che segue


Dunkirk arriverà nei cinema dal 31 agosto, distribuito da Warner Bros.

Qui il testo integrale dell'intervista a Christopher Nolan:
 
Film.it: Dopo aver visto Dunkirk pensavo al Soldato Ryan, American Sniper, Black Hawk Down. I soldati di quei film che si prendono cura dei propri compagni. Tra i soldati del tuo film, invece, regna la paura. C'è meno eroismo. Sin dall'inizio volevi eliminare quelle dinamiche dei war movie? 
Christopher Nolan: La cosa che mi affascina della storia di Dunkirk è la tensione che si crea quando hai a che fare con l'istinto di sopravvivenza e come con il passare del tempo, attraverso piccoli atti di eroismo o di vigliaccheria, tipici della natura umana, si arrivi comunque a una dimensione  eroica.   Questo secondo me caratterizza la storia di Dunkirk e mi ha guidato in un'altra direzione rispetto al tradizionale film di guerra, virando verso una storia di sopravvivenza".

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Film.it: Fammi aggiungere un'altra parola: "patriottismo". Viviamo in un momento in cui questo termine può essere facilmente frainteso. Dunkirk cerca di mostrare il patriottismo in una luce più pura. E' importante che il cinema ci indichi questa direzione? 
Nolan: Credo sia molto importante per la società parlare di patriottismo in modo apolitico. In modo puro. La storia di Dunkirk - e non solo per quanto riguarda i britannici - è una storia che parla di comunità. Il patriottismo è proprio questo: la purezza della comunità. Ovvero la possibilità di raggiungere i nostri obiettivi non come singoli individui ma come parte di un gruppo. 
 
Film.it: Steven Spielberg, quando gira un film storico, pensa che lo spettatore debba vedere la storia per capirla fino in fondo. E' una cosa che si può applicare anche al tuo film? 
Nolan: Credo che quello che Spielberg intuisce più di qualsiasi altro regista è che non si debba  essere solo didattici ma che sia importante coinvolgere emotivamente il pubblico con il tono della storia. Quello che ho imparato da Spielberg è che se al centro della trama c'è un evento di importanza storica, allora puoi fidarti. Devi però raccontare una storia che sia coinvolgente dal punto di vista emotivo. Una storia che rimanga fedele a ciò che tu credi sia importante. Allo stesso tempo non devi sovrapporti all'evento storico.
 
Film.it: Devo farti una domanda altrimenti non avrò più rispetto per me domattina... sono un grandissimo fan di Kenneth Branagh. Prima di tutto ti ringrazio per non avergli affidato il ruolo del nazista... un ruolo che ha interpretato spesso Non gli hai dato tante battute da pronunciare, vediamo spesso la sua espressione. La bocca. E questa cosa è applicabile a tutto il film: c'è pochissimo dialogo.  Mentre lo vedevo, immaginavo un copione di dieci pagine... era così?
Nolan: Era una sceneggiatura molto breve: 76 pagine. In pratica la metà della media delle mie sceneggiature. 
Per quanto riguarda i grandi attori... se non gli dai tanto dialogo e dai loro delle indicazioni importanti che producano reazioni emotive... con grandi attori come Mark Rylance, Ken Branagh, o gli esordienti come Fionn Whitehead o Harry Styles, quello che cerco sempre è una verità che emerga da un'espressione. La loro faccia. E penso che Kenneth Branagh sia uno dei più grandi attori della sua generazione. 

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Chris qualche anno fa ho letto questa intervista in cui dicevi che sul set della trilogia di Batman usavi spesso questa parola: GROUNDED (e cioè VICINO ALLA REALTA'). Improvvisamente qualcuno ha rubato quell'idea e sono arrivati tanti film GROUNDED e DARK. Non hanno un po' spremuto troppo la cosa? E comunque è ancora un momento in cui il cinema mainstream deve essere dark? 
Nolan: Quindi quello che stai dicendo è che non dovrei rivelare troppo nelle interviste perché altrimenti ci saranno delle ripercussioni!
 
Film.it: Sì, in pratica ti sto accusando. E' colpa tua! 
Nolan: Questi toni di cui parli sono strumenti che puoi usare quando racconti una storia. Credo che il pubblico sia abbastanza intelligente da prendere ogni singolo film per com'è. Io mi riferivo a un determinato film della mia carriera e a quello che stavo cercando di ottenere. In Dunkirk invece punto su suspense, intensità e cinema che ti fa vivere quell'esperienza in prima persona. Mettendo il pubblico nei panni del protagonista. Un modo di raccontare la storia in soggettiva. Ogni film ha le sue regole, ma è anche vero che fare troppe volte la stessa cosa è nocivo. Credo che ogni film si meriti di essere considerato per sé. 

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