
I dieci film più deludenti del 2016 secondo Film.it

Da Batman v Superman a The Neon Demon, i film più deludenti del 2016
Sequel brutti, appuntamenti con i supereroi che non mantengono le promesse, grandi ritorni horror finiti direttamente nel dimenticatoio. Remake stanchi, registi che hanno un ego sconfinato e autori che vanno avanti un film dopo l'altro col pilota automatico.
Questo troverete nella nostra classifica dei film più deludenti del 2016, attenzione, non i più brutti, i più deludenti. Non troverete in questa top ten titoli come Nonno scatenato, giudicato da molti come "il film peggiore dell'anno".
Nelle foto che seguono troverete in ordine alfabetico dieci titoli che sono arrivati in sala accompagnati da grandi aspettative. E che non hanno mantenuto le loro promesse...
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Batman v Superman: Dawn of Justice, di Zack Snyder

The Birth of a Nation - Il risveglio di un popolo, di Nate Parker
Salutato inizialmente come il potenziale asso pigliatutto agli Oscar 2017 (almeno fino allo scandalo che ha travolto il regista Nate Parker), The Birth of a Nation vorrebbe essere una toccante epopea sugli schiavi afro-americani e invece finisce per essere un piatto compitino di storia. Dà l'idea di essere montato con gli spezzoni di fiction di una puntata di Superquark, tanto è maldestro nella narrazione e semplicistico nel raccontare un periodo di complessi e violenti tumulti. L'unico a uscirne a testa alta è Armie Hammer: il suo padrone tormentato è il solo personaggio sviluppato oltre la macchietta.
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Blair Witch, di Adam Wingard
Le recensioni americane entusiastiche ce lo avevano venduto come un reboot decisamente superiore all'originale. La presenza del talentuoso Adam Wingard dietro la macchina da presa prometteva bene. E invece Blair Witch si è rivelato solo l'ennesimo horror found footage, con qualche bella trovata (bisogna ammetterlo), ma con un crescendo esattamente identico a quello dell'originale. Un remake mascherato da sequel. Un vero peccato.
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Café Society, di Woody Allen
Ormai l'appuntamento annuale con il film di Woody Allen - un evento che rimane comunque imperdibile per chiunque ami il cinema - è come una lotteria: il più delle volte si rimane delusi. E' il caso di Café Society, pellicola dalla confezione extra-lusso, che non decolla mai davvero, riciclandosi nelle solite tematiche alleniane e sbagliando totalmente il cast di protagonisti: Jesse Eisenberg forzatissimo nell'imitare il regista e Kristen Stewart più legnosa perfino di quando interpretava Bella Swan.

Independence Day - Rigenerazione, di Roland Emmerich
Inizialmente era uno dei sequel più attesi di sempre. Poi si è schiantato al suolo.
La scommessa, del resto, era troppo rischiosa: come avrebbe potuto Independence Day tornare alle vette del cinema di intrattenimento dopo vent'anni di blockbuster spettacolari, un filone che lo stesso film di Emmerich aveva lanciato nel 1996?
Il regista ci prova alleggerendo il tono e puntando su più velocità rispetto al primo film. L'epica da blockbuster è del tutto assente. E il cast di new entry non convince mai. La cosa più grave di Independence Day - Rigenerazione è il sacrificio dei personaggi originali ridotti a parodie di quelli che erano nel film precedente. Una scelta imperdonabile soprattutto per quanto riguarda l'ex presidente interpretato da Bill Pullman.

Inferno, di Ron Howard
Inferno è l'unico titolo di questa lista che sconfina dai "film più deludenti dell'anno" ai "film più brutti dell'anno". Le avventure di Robert Langdon al cinema avevano già dato vita a due film piatti - soprattutto Il codice Da Vinci - interpretati da un Tom Hanks svogliato e al minimo storico. Questo nuovo sequel fa peggio.
Dopo venti minuti Ron Howard butta la tensione fuori dalla finestra e ci lascia esattamente come Langdon e la sua nuova amica interpretata da Felicity Jones: in preda a caos mentre vagano tra alcuni dei più celebri momenti italiani. Come sempre la resa dei conti finale è più pomposa che spettacolare, ma l'orribile scena dei droni - che arriva a metà film - batte tutte il resto.

Jason Bourne, di Paul Greengrass
Non un brutto film. Jason Bourne è un action che procede in corsa e che presenta un paio di sequenze action spettacolari. Eppure, siamo davanti al film minore della saga con Matt Damon.
E' un piacere ritrovare l'attore nei panni di Bourne. La storia, invece, esaurisce presto la benzina, cercando di ridurre all'osso la trama per arrivare al più presto alle scene d'azione. Era meglio quando lo spettatore intuiva i piani segreti della CIA nei film precedenti senza necessariamente capire ogni dettaglio.
A livello nostalgico il film fa il suo dovere, ricalcando vecchi temi narrativi e mostrando un Bourne che come sempre da preda diventa predatore. L'eroe della saga non si ferma mai, ma la sua destinazione è tutt'altro che soddisfacente. La stessa cosa può essere detta del cast di contorno.

I magnifici 7, di Antoine Fuqua

The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn
I primi minuti di The Neon Demon sono bellissimi. La scena della trasformazione della protagonista, finalmente in passerella, non si dimentica. A parte questo, tutto il resto è il Nicolas Winding Refn "ego-show". Un un esperimento auto-compiaciuto, con cui Refn cerca in qualche modo di farsi largo nel genere horror e affiancare il cinema di De Palma, David Lynch e del nostro Dario Argento D.O.C. Ma più che affiancare questi maestri, il regista danese li copia senza alcun pudore.

X-Men: Apocalisse, di Bryan Singer
Bryan Singer era tornato al franchise che ha lanciato i moderni film di supereroi con il precedente Giorni di un futuro passato, dimostrando ancora una volta di capire perfettamente i mutanti Marvel e di saper bilanciare divertimento e temi importanti. Ma con X-Men: Apocalisse sembra aver gettato la spugna: anche qui ci troviamo di fronte a un film di supereroi dal sapore “vecchio” (nonostante l'iper-spettacolarità indubbiamente moderna), dove le motivazioni non hanno più peso e la coerenza non ha spazio. Bastano un paio di cataclismi in CGI e il gioco è fatto, no? No, purtroppo no.

Menzione con "disonore"
Tra le altre delusioni dell'anno che non sono entrate nella nostra classifica troviamo sequel spenti come Zoolander 2, Alice attraverso lo specchio, Il mio grosso grasso matrimonio greco 2 e L'era glaciale 5. Ma anche American Pastoral, opera prima di Ewan McGregor regista coraggioso per essersi cimentato nell'impossibile adattamento del capolavoro di Philip Roth, da cui però ha tratto un film piatto e superficiale.