
I 30 anni di Die Hard, dieci cose che (forse) non sapevi sul capolavoro action

Dieci cose che non sapevi su Die Hard - Trappola di cristallo
Sono passati trent'anni dall'uscita di Die Hard - Trappola di cristallo, il classico action diretto da John McTiernan e interpretato da Bruce Willis. Un film di rottura, per molti versi, perché arrivava al termine di un decennio di eroi muscolosi e indistruttibili e creava un nuovo tipo di eroe. Il John McClane di Bruce Willis era un uomo normale, con poca autostima ma tanto coraggio, capitato per caso in una situazione più grande di lui.
Per celebrare il traguardo del film (la première avvenne il 12 luglio 1988, l'uscita nazionale in USA il 20 luglio), abbiamo deciso di andare a caccia dei suoi segreti. Ecco dieci cose che, forse, non sapevate del film.
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Frank Sinatra
Forse non tutti ricordano che la sceneggiatura di Steven E. de Souza è tratta da "Nulla è eterno, Joe", romanzo di Roderick Thorp sequel de "Il detective", da cui fu tratto Inchiesta pericolosa con Frank Sinatra. A Sinatra fu offerto anche il film, prima che l'attore e cantante rifiutasse e il progetto venisse riconfigurato come Die Hard.

Il vero palazzo Nakatomi
Il Nakatomi Plaza, in cui si svolge la vicenda del film, è in realtà il Fox Plaza a Century City, Los Angeles. All'epoca del film era ancora in costruzione, e infatti alcune scene sono ambientate in piani chiaramente non ultimati. L'idea di usare il palazzo, sia per gli interni che per gli esterni, fu dello scenografo Jackson De Govia.

Gli "altri" John McClane
Sylvester Stallone, Harrison Ford, Don Johnson, Richard Gere, Clint Eastwood e Burt Reynolds sono tra gli attori considerati in diversi momenti per il ruolo di John McClane. Willis ottenne una paga di 5 milioni di dollari alla firma del contratto, una cifra inaudita all'epoca per un nome di così scarso richiamo. Al punto che la Fox non mise nemmeno la sua faccia sui primissimi poster, salvo poi cambiare tattica quando Die Hard si rivelò un successo.

Il volto della paura
Per Alan Rickman, quello di Hans Gruber fu il primo ruolo cinematografico e l'inizio di una sfavillante carriera a Hollywood. La sua bravura è incontestabile, ma l'espressione di puro terrore che vediamo sul suo volto quando viene gettato dal palazzo Nakatomi è reale. L'attore fu fatto precipitare per 21 metri, appeso a un cavo e davanti a un grande schermo verde. Ma John McTiernan lo fece cadere qualche attimo prima che finisse il conto alla rovescia, per meglio catturare la sua reazione. La scena che si vede nel film è il primo e unico ciak.

Uno "svelto" direttore della fotografia
Il direttore della fotografia del film è Jan de Bont, futuro regista di Speed. McTiernan lo volle perché aveva apprezzato il suo lavoro con Paul Verhoeven.

Doppia vita per Bruce Willis
Bruce Willis stava girando la serie TV Moonlighting allo stesso tempo di Die Hard. Di giorno lavorava alla serie, di sera arrivava sul set del film. Ironia della sorte, il termine "moonlighting" in inglese vuol dire proprio fare una "doppia vita".

L'arte di improvvisare
La lavorazione del film fu talmente particolare che è quasi un miracolo che Die Hard sia tanto riuscito. Le riprese iniziarono senza un finale scritto nero su bianco, e infatti il furgone che porta i "terroristi" al Nakatomi Plaza non può realisticamente contenere l'ambulanza con cui vorrebbero fuggire. Oltretutto, per aiutare Bruce Willis, che stava appunto girando anche Moonllighting ed era esausto, de Souza aggiunse molte scene con i personaggi di contorno, dando loro più spazio. Persino John McClane non era stato ben delineato dagli autori, al punto che McTiernan e Willis lo compresero davvero solo a metà della lavorazione. E decisero che sarebbe stato un tizio con bassa autostima. Per questo aggiunsero solo in seguito il dettaglio che vede John sbattere la testa sulla porta dopo aver litigato con Holly.

Abbasso i terroristi
John McTiernan non voleva convincersi ad accettare la regia di Die Hard perché trovava il progetto troppo cupo. Per infondere un po' di "gioia" in quello che avrebbe dovuto essere, dopo tutto, un film estivo, scelse di cambiare la backstory di Hans e compagnia bella: non più veri terroristi, ma ladri che si fingono tali. E fece includere al compositore Michael Kamen riferimenti all'Inno alla Gioia di Beethoven nella colonna sonora (senza sapere che si intitolasse così!).

Yippie-Ki-Yay, anzi Yippie-Ty-Yay
Bruce Willis e John McTiernan discussero sullo spelling della famosa battuta di John McClane, “Yippie-Ki-Yay, Motherfucker!”. Il regista preferiva “Yippie-TY-Yay", così girarono entrambe le versioni e vinse Willis.

Un grande classico di Natale
Oggi è considerato il perfetto film natalizio dagli amanti dell'action, proprio perché si ambienta alla vigilia di Natale. Ma in realtà se siamo qui a festeggiarne i trent'anni è perché Die Hard uscì in USA a luglio (il 29 settembre da noi) ed è dunque il tipico summer-movie.