Halloween: 10 capolavori horror che fanno ancora paura
Dieci capolavori horror che fanno ancora paura
Spaventare non è impresa facile. L'horror è forse il genere che utilizza pienamente le armi del cinema - visive e sonore - per incutere terrore nei cuori degli spettatori. La vera paura non invecchia mai, per questo ci sono dei classici intramontabili del genere che ancora oggi spaventano esattamente come allora. Riscopriamo, dunque, dieci classici dell'orrore da rivedere la notte di Halloween... meglio se in compagnia!
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Psyco (1960)
Uno dei capolavori indiscussi di Alfred Hitchcock e uno dei film più angoscianti di sempre. Norman Bates (Anthony Perkins) è diventato istantaneamente un'icona del terrore e la scena della doccia è ancora adesso l'omicidio più famoso della storia del cinema.
Piano... piano, dolce Carlotta (1964)
Il classico thriller psicologico di Robert Aldrich raggiunge vette di suspense e orrore ancora oggi invidiabili. Come ad esempio l'insolitamente grafica (per l'epoca) morte di John, amante di Carlotta, la cui mano viene amputata con effetto davvero realistico. Un film avantissimo, con un'atmosfera pazzesca ancora oggi. Bette Davis da antologia.
La notte dei morti viventi (1968)
L'horror che cambiò tutto e introdusse il gore nel cinema popolare. George Romero non risparmia nulla, mostra gli zombie mentre banchettano selvaggiamente sui cadaveri delle loro vittime, dipinge un incubo distopico e claustrofobico e parla della società americana e umana con una lucidità politica straordinaria. E comunque, La notte dei morti viventi prima di tutto fa molta paura.
Rosemary's Baby (1968)
Prima de L'esorcista, Roman Polanski aveva raccontato la paura del Demonio nel suo capolavoro Rosemary's Baby. Un film che, in seguito, gli costò molto, per via del folle Charles Manson, ma che all'uscita calò come una scure sul pubblico di fine anni '60, ancora non avvezzo a questo tipo di bombardamento psicologico.
L'esorcista (1973)
L'esorcista di William Friedkin è talmente un'icona che, a 43 anni di distanza, si è sentito il bisogno di farne una serie TV. Ma niente, nessuno dei sequel né dei prodotti che lo hanno imitato, può sperare di avvicinarsi al livello di puro terrore che questo film riesce a evocare nello spettatore. Un assalto ai sensi costruito con perizia da un grandissimo regista.
Non aprite quella porta (1974)
Tobe Hooper praticamente inventò il torture porn con questo sadico, sudicio, violento e incredibilmente efficace horror che influenzò intere generazioni e spostò ancora più in là il limite di ciò che si poteva mostrare sul grande schermo. E poi c'è Leatherface, uno di quei personaggi che si stampa per sempre nell'immaginario collettivo.
Il presagio (1976)
L'originale The Omen, diretto da Richard Donner, è uno dei capolavori del sottogenere "satanico". Vi si racconta di un bambino, adottato da un diplomatico americano, Robert Thorn (Gregory Peck in grande spolvero), che si rivela essere l'Anticristo. La scena in cui Thorn si reca a Cerveteri per dissotterrare il corpo della madre di Damien vi farà piangere di paura ancora oggi.
Suspiria (1977)
Insieme a Profondo Rosso, l'emblema del cinema di Dario Argento. Suspiria unisce la maestria del regista nella gestione della tensione e della paura con le scenografie epocali di Giuseppe Bassan e la fotografia di Luciano Tovoli, per creare un raro ibrido di artigianato e arte. Ci si spaventa molto, ma si gode anche per la confezione sopraffina. Non a caso è il film preferito di Nicolas Winding Refn, che ha tentato di imitarlo con il recente The Neon Demon.
Halloween - La notte delle streghe (1978)
Uno dei sommi capolavori di John Carpenter è anche il film di Halloween per antonomasia. Il serial killer Michael Myers, presenza eterea quanto concreta, fantasma armato di coltello con il volto coperto dalla maschera del Capitano Kirk di Star Trek, è il prototipo di tutti gli assassini seriali del genere slasher a venire.
Shining (1980)
Odiatissimo da Stephen King per le modifiche apportate da Stanley Kubrick al suo romanzo, Shining resta uno dei più fulgidi esempi di come con pochissimi effetti, ma un controllo disumano della macchina da presa, si possa terrorizzare generazioni di spettatori. "Heeeere's Johnny!".