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C'è del marcio anche in Svezia!

"Uomini che odiano le donne" è il primo film tratto dalla trilogia 'Millennium' di Stieg Larsson. Tre romanzi che sono diventati un vero e proprio fenomeno di culto mondiale. Sono venuti a Roma il regista e la protagonista. Li abbiamo incontrati.

Millennium - Uomini che odiano le donne Poster

26.05.2009 - Autore: Nicoletta Gemmi
Raccontare la trama di “Uomini che odiano le donne” è pressoché impossibile oltreché oltraggioso dato che si tratta di un thriller. Ma non solo. Nei suoi 152 minuti di film, il regista Niels Arden Oplev, ambienta in una gelida Stoccolma e nelle sue magnifiche e ‘terrificanti’ – anche solo dal punto di vista naturalistico – isole, una storia drammatica che parte dalla scomparsa di una ragazza di 16anni nel 1966 per arrivare alla corruzione di alcuni industriali ai giorni d’oggi. Ossessione, violenza, stupri, nazismo, persecuzione degli ebrei, passi della Bibbia, malattie mentali, tecnologia... Diciamo che dalle pagine dei romanzi di Stieg Larsson non esce l’immagine della democratica e superfunzionale Svezia che molti di noi hanno, ma piuttosto il lato dark di questo Paese.



L’autore è scomparso improvvisamente a cinquant’anni per infarto nel 2004, e non ha conosciuto la fama del suo lavoro e nemmeno terminato quella che doveva essere una lunga serie di romanzi (si dice dieci) con al centro la hacker Lisbeth Salander, interpretata da Noomi Rapace, e il giornalista Mikael Blomkvist, impersonato dal noto attore svedese Michael Nyqvist. Il 29 maggio Uomini che odiano le donne” uscirà in 450 copie distribuito dalla Bim, mentre nell’autunno del 2009 arriverà il secondo capitolo, “La ragazza che giocava con il fuoco”, e, nella primavera del 2010, il terzo e ultimo, “La Regina dei castelli di carta”.



Signor Oplev “Uomini che odiano le donne” è un romanzo complesso, pieno di fatti, eventi, drammi. Come è riuscito a concentrare il tutto in un film e che cosa le premeva maggiormente uscisse dal suo lavoro?
Volevo fare un film con emozioni forti, personaggi sempre al limite e una storia controversa e intrigante. Questi elementi sono già il mio marchio di fabbrica, e nel libro c’erano tutti. Dobbiamo ricordarci che Stieg Larsson è stato Direttore responsabile della rivista Expo dal 1999, in precedenza aveva lavorato a lungo per un'importante agenzia di stampa. Era uno dei più autorevoli esperti mondiali di organizzazioni anti-democratiche, della destra estremista e naziste, sulle quali veniva spesso consultato, anche da organizzazioni come Scotland Yard. Era importante che il film conservasse lo spirito tagliente del libro, che avesse il coraggio di mostrare il lato oscuro della società. Il tutto però con il massimo della dose di realismo possibile. Qui non siamo dalle parti di James Bond e nemmeno di Agatha Christie, si tratti di casi realmente accaduti. Stieg si era documentato moltissimo prima di scrivere i romanzi ed è chiaro che il giornalista del film, Mikael Blomkvist, è il suo alter-ego.



Noomi Rapace, Lisbeth Salander il suo personaggio, la hacker piena di tatuaggi e piercing è, oltre che una ragazza indimenticabile, il motore della storia. Come si è trasformata in lei?

Nonostante Lisbeth sia asociale, disturbata, perché ha un passato di violenza e un presente non molto diverso è impossibile non amarla. A me è piaciuta subito. E’ una combattente, affronta ostinatamente tutti quelli che vogliono buttarla giù. Quando ha paura o è scossa, prova a mostrarsi ancora più forte. All’inizio mi sembrava impenetrabile, poi, in lei ho visto anche qualcosa di profondamente mio.

Larsson apre ogni capitolo con dati allucinanti sulla violenza sulle donne in Svezia. Minacce, stupri, su una popolazione di 9 milioni di persone. Per lei, come donna, che importanza ha questo aspetto della storia?
Larsson ha avuto il merito di mettere al centro della storia una persona come Lisbeth, che è una di quelle che voi avete appena elencato. La società non si cura di quelle come lei, le lascia indietro. Molte donne abusate se la prendono con sé stesse, si autopuniscono, si sentono colpevoli. Lei no. Reagisce, combatte, e questo credo sia un messaggio fondamentale per tutti: uomini, donne, bambini. Chiaramente di tutto il mondo perché questi atti infami succedono ovunque.

Si dice che a Hollywood siano interessati ad un remake del film, che ne dice…
Mi è difficile pensare a un’altra attrice che interpreta me stessa. Lisbeth oramai fa parte della mia vita, mi sono trasformata per diventare lei. Spero solo che non scelgano una bellona.

Per saperne di più:
Il trailer di Uomini che odiano le donne

 

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