Baarìa

Baarìa - La Porta del Vento - Locandina

Attraverso le vicende di tre generazioni di una famiglia di Bagheria, il film racconterà un secolo di storia italiana, con le Guerre Mondiali e l'avvicendarsi, sulla scena politica, di Fascismo, Comunismo, Democrazia Cristiana e Socialisti.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Baarìa
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Medusa
DURATA
150 min.
USCITA CINEMA
25/09/2009
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2009
A tre anni dallo sconfinamento nel noir esistenziale de "La sconosciuta", Giuseppe Tornatore apre il festival di Venezia del 2009 con uno dei suoi lungometraggi più ambiziosi. "Baarìa", imponente affresco storico con cui il regista dipinge molti decenni del suo paese natale, il microcosmo umanissimo e melodrammatico di Bagheria.

Fin dai tempi di "Nuovo Cinema Paradiso", "L'uomo delle stelle" o "Malèna", Tornatore ha saputo raccontare i luoghi che conosce meglio attraverso la forza del mezzo-cinema; con "La leggenda del pianista sull'oceano" ha poi dimostrato di saper trovare grandi momenti di poesia gestendo anche produzioni molto impegnative. Con "Baarìa" l'intento esplicito è quello di provare a fondere queste due componenti del suo cinema in un lungometraggio che tenta di alternare con equilibrio l'intimismo della vita privata con la grandiosità della ricostruzione dei momenti storici più importanti e drammatici dell'arco di tempo narrato - dal ventennio fascista ai giorni nostri.

Tornatore è un regista con un notevole senso dell'immagine, e sa produrre spettacolo propriamente visivo: il suo stile di regia sa valorizzare al massimo il grandissimo lavoro di scenografie, costumi e ricostruzione storica. Se lo spettacolo dunque è garantito, grazie anche alle musiche di Ennio Morricone come al solito magniloquenti, quello che tutto sommato manca a "Baarìa" è invece la capacità di ricostruire quadri familiari realistici, in grado di arrivare al cuore del pubblico con scorci piccoli ma densi di sentimento. Il film, incentrato su una coppia protagonista ma in realtà molto più corale di quanto si possa pensare, segue una molteplicità di figure e di eventi senza trovare una linea narrativa "forte", capace di focalizzare l'attenzione dello spettatore su un particolare snodo narrativo o su un determinato carattere. In questo modo il risultato è un bel quadro d'insieme, mancante però di un nucleo drammaturgico preciso. La sceneggiatura, scritta dallo stesso Tornatore, avrebbe probabilmente necessitato di una maggiore focalizzazione sulla storia d'amore che lavora da perno all'intera vicenda.

"Baarìa" può dunque essere considerato il film che racchiude tutto il discorso cinematografico portato avanti da Giuseppe Tornatore fino ad ora, ma con esso purtroppo anche determinati difetti già esplicitati in precedenza. Il film è visivamente importante, a tratti sontuoso: ad essere carente però è il sentimento autentico, quello che viene generato prima di tutto da una storia veramente coinvolgente e da personaggi fortemente caratterizzati. Certo, poi il cineasta è capace di sopperire a questo con la potenza delle immagini, ma non sempre l'espediente basta, soprattutto nell'arco di due ore e mezzo di proiezione, e la superficialità bozzettistica con cui vengono tratteggiati alcuni passaggi storici lascia un deciso amaro in bocca.