The Iceman

The Iceman

La storia vera di Richard Kuklinski, uno tra i più feroci serial killer di tutti i tempi che, spesso al servizio della mafia italo-americana, si contraddistingueva per i metodi brutali e sadici nell’uccidere e torturare le sue vittime. Il soprannome che gli venne dato dai media fu l‘Uomo di Ghiaccio (The Iceman) perché il primo cadavere a lui ricondotto era stato tenuto congelato per due anni in una cella frigorifera.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Iceman
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DURATA
98 min.
USCITA CINEMA
05/02/2015
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2015
di Marco Triolo

È possibile farsi una carriera come killer della mala e vivere allo stesso tempo una perfetta vita borghese? Richard Kuklinski, detto “l'uomo di ghiaccio”, c'è riuscito per una ventina d'anni. La sua storia, incredibile ma vera, è raccontata in The Iceman, noir di Ariel Vromen presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia e interpretato da un sempre eccelso Michael Shannon.

The Iceman è un onesto thriller urbano con ambientazione d'epoca – il New Jersey e la New York degli anni Sessanta e Settanta. Vromen sceglie uno stile di narrazione classico e lineare, tipico di molti biopic, ma riesce comunque a infondere grinta al soggetto. La fotografia, desaturata e sgranata, riporta alla mente film analoghi degli anni Settanta come Il braccio violento della legge e Serpico, guarda caso entrambi ambientati nella Grande Mela. Il richiamo è evidente ma non disturba, anzi contribuisce a creare un'aura “vintage” che ben si sposa con la storia.

Il cast funziona – oltre a Shannon, troviamo un collaudato Ray Liotta nel ruolo del gangster, Winona Ryder in quello dell'ignara moglie di Kuklinski, e poi Chris Evans e David Schwimmer, che hanno tempo per brillare in ruoli di contorno. Cameo per James Franco, in una delle scene più intense, e Stephen Dorff, nei panni del fratello di Kuklinski.

Ma è Shannon che regge tutto il film sulle sue ampie spalle. La sua recitazione è intensa, i suoi occhi dicono tutto della sua urgenza morbosa di uccidere e solo in un paio di momenti l'attore sbotta davvero nella pazzia totale, quando i compartimenti stagni costruiti così accuratamente per tenere separate le sue due vite parallele cominciano a vacillare. Certo, è un peccato che Shannon venga sempre e solo utilizzato in ruoli da matto, ma la sua bravura fa sempre dimenticare questo limite e tiene in piedi il film anche nei momenti di stanca. Da recuperare se e quando uscirà nelle sale.