The Five-Year Engagement
Tom e Violet si sono fidanzati ufficialmente, ma il loro piani di matrimonio vengono regolarmente sconvolti da qualche avvenimento che finisce col prolungare all'inverosimile il periodo del loro fidanzamento.
Dietro la terza opera da regista del pur interessante Nicholas Stoller si sente sicura e precisa la poetica del produttore Judd Apatow,
cineasta che in questi ultimi anni ha ribaltato le leggi della commedia
rendendola sicuramente più volgare ma anche più umana ed amara.
Nel raccontare le vicissitudini legate al matrimonio costantemente rimandato di Tom e Violet questa sua nuova creatura percorre in pieno tale strada, rivelandosi uno dei migliori prodotti usciti dalla sua scuderia.
La semplicità della storia, la verosimiglianza dei personaggi e delle
situazioni, anche quelle costruite per far ridere, sono perfettamente
amalgamate perché ci si affezioni fin dalla prima dolcissima scena alla
piccola grande tragedia romantica dei due protagonisti. Quello che
succede non è un evento traumatico che rovina una vita, ma al contrario
tanti piccoli cambiamenti che costringono la vita di coppia a variazioni
e scelte che possono minare anche il più saldo dei rapporti amorosi.
Con dolcezza e verità dietro agli schemi del genere comico “The Five-Year Engagement” racconta proprio questo, e lo fa con una scioltezza narrativa di ammirevole efficacia.
Come ogni commedia che si rispetti le “spalle” dei personaggi principali
devono essere le figure più spinte e caricaturali, in modo che i main character possano risultare “normali” anche nelle loro stranezze. Nel ruolo dei migliori amici della coppia, Chris Pratt (visto ne “L'arte di vincere”) e Alison Brie (nel cast delle serie “Mad Men” e “Community”)
risultato esilaranti nella loro follia e posseggono anche un percorso
narrativo molto realistico: partono come elementi di disturbo e
destabilizzatori dei protagonisti per diventare nel corso dello sviluppo
della storia coloro che forniranno l'esempio di tranquillità e
compattezza familiare.
Ma ovviamente, la forza assoluta del film consiste nell'alchimia perfetta che si sprigiona tra Jason Segel ed Emily Blunt,
amici anche nella vita in quanto vicini di casa. Comici naturali, non
hanno bisogno di ricorrere al repertorio dei tipi fissi per costruire
due figure buffissime. Soprattutto Segel si sta sempre più affermando
come attore dalla sensibilità e dalla compostezza finissima, capace di
far sorridere il pubblico anche soltanto con la sua fisicità da
orsacchiotto e il suo sguardo malinconico.
Il nuovo film di Stoller funziona dunque sotto vari livelli di lettura, e l'unico difetto che gli si può addebitare e una certa lunghezza nella seconda parte, che poteva essere leggermente sintetizzata. Per il resto è una
commedia a tratti esilarante e insieme una riflessione anche amara sul
rapporto di coppia e crisi a cui viene continuamente sottoposto. Due ore di divertimento intelligente ed emotivamente toccante. Cosa chiedere di più al cinema di genere?
di Adriano Ercolani