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Su Mya debutta Smash, la serie musical con cui la NBC sfida Glee e tenta anche l'assalto alla supremazia narrativa dei cable channels.

Smash

19.02.2012 - Autore: Ludovica Sanfelice
Karen Cartwright canta Somewhere over the rainbow. L’atmosfera è magica, il cielo è stellato. Il sogno di questa Dorothy moderna si infrange però rapidamente insieme alla quarta parete rivelando la crudeltà, la violenza e l’indifferenza di un’audizione distratta.  Non è passato neanche un minuto e Smash sintetizza tutto quello che verrà. Abbiamo le aspirazioni di un’attrice di provincia che spera nell’occasione e ancora non sa nuotare tra gli squali, contro l’implacabile macchina di un sistema che viaggia molto più veloce.

Ma, malgrado la presenza di Katharine McPhee (ex concorrente del talent), non siamo ad American Idol. Qui la medaglia viene continuamente rigirata tra le dita e mostra altri aspetti della questione. L’aspetto creativo ad esempio. Come nasce uno spettacolo, significa anche andare a scovare l’origine dell’idea prima ancora che qualche produttore si decida a crederci. Significa mischiarla con la vita quotidiana dove l’idea viene schiacciata, repressa, esaltata, abbandonata, rubata, ripresa e poi realizzata. Insomma tutto il giro che compie tra terra e lune prima di incontrare le note giuste, la voce giusta. il volto giusto e, nel caso di un musical, le giuste coreografie.

La NBC ribadisce il desiderio di rimettersi in corsa e getta le basi per il proprio assalto ai cable channel che ormai detengono la credibilità e l’eccellenza in materia di serie tv.

E’ infatti questa la grande scommessa della midseason generalista Americana. Un musical che scostandosi dal pubblico di Glee, offra uno spettacolo più adulto e maturo aprendo una finestra su ciò che significa allestire un musical a Broadway oggi.

Il presupposto, accattivante trasversale ma anche un pò ruffiano, è che il musical racconterà la vita di Marilyn Monroe, "la My Fair Lady d’America" come sostiene la leggendaria produttrice Eileen Rand (Anjelica Huston) che si fionda sul progetto per reagire alle minacce economiche di un  costosissimo divorzio.

Se fosse solo un musical Smash non avrebbe ragione di uscire da un teatro. Ciò che però la tv e il format seriale mirano ad aggiungere è un dinamico volteggiare tra il palco e il dietro le quinte, tra la realtà e la fantasia, tra la fonte di ispirazione e la realizzazione, tra le ambizioni e il successo, ribellandosi ai vincoli dello spettacolo vero e proprio per sprigionarsi nelle storie dei personaggi che ruotano intorno a questo musical. Un simile progetto prevede però che si lavori sodo sulla moltiplicazione dei piani narativi, ciascuno bisognoso di grandi cure. E dove Smash fallisce è proprio sulla facile caratterizzazione dei personaggi che vengono polarizzati, tutti, nessuno escluso, su un conflitto personale. La talentuosa ingenuotta incoraggiata da un fidanzato che dovrà sbrigarsi ad affilare le unghie; la sceneggiatrice (Debra Messing) osteggiata da un marito che reclama la sua presenza; una produttrice alle prese con un costoso divorzio, un regista quotato (Jack Davenport) che però non va d’accordo con l’altro sceneggiatore  (Christian Borle), e così via in un pilot che svela troppo i suoi disegni futuri. Bisogna poi sottolineare che la protagonista segue la storyline più banale ed irritante finendo per appiattirsi e sparire dietro agli altri.

Un’ultima cosa che non convince del tutto sono le canzoni, originali, per carità, che però non bucano lo schermo. Lo fanno molto di più le coreografie, ma su questo sospendiamo il giudizio in attesa degli episodi successivi

L’accoglienza che il pubblico e la critica hanno riservato a Smash è stata comunque ottima. Prodotta da Steven Spielberg (sì, è ovunque!), Smash debutta il prima tv italiana su Mya/Mediaset Premium, domenica 19 febbraio 2012 alle ore 21:10.