Festival Roma 2014
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Rooney Mara, dalla Svezia di Lisbeth Salander al Brasile di Trash

Faccia a faccia con l'attrice, ospite del Festival del Film di Roma: “Spero di tornare a Millennium”

Rooney Mara

20.11.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Lisbeth Salander si è ripulita: niente più tatuaggi, trucco gotico e abbigliamento dark. Nessuna traccia di piercing. C'è perfino un'insolita disponibilità di sorrisi quando ci troviamo davanti a Rooney Mara, vestita di un abito bianco luminoso. Tutto il contrario dell'icona creata da Stieg Larsson. Basta però guardarla in fondo agli occhi per scorgere il cuore di Lisbeth che batte ancora: “Spero di tornare a quel ruolo, mi piacerebbe continuare a interpretarla”. 
 
Incontriamo l'attrice a Roma in occasione della presentazione di Trash, nuovo film di Stephen Daldry (tratto dall'omonimo libro di Andy Mulligan edito in Italia da Rizzoli e adattato dal grande Richard Curtis) presentato in Concorso ad Alice nella Città in collaborazione con il Festival del Film di Roma. La Mara ricopre un piccolo ruolo nel film (che abbiamo recensito qui) e ci tiene a precisare: “Il film è tutto dei tre giovanissimi protagonisti. Io ho semplicemente passato del tempo con loro per le mie scene”.

L'attrice con i giovani protagonisti di Trash.
 
Nel film dimostri grande pazienza con ragazzini abbastanza imprevedibili e costantemente iperattivi. È un tratto che rispecchia la tua personalità? Rooney Mara è una tipa paziente?
Forse sono più paziente con i bambini che con i teenager. Nel tempo libero cerco di contattare sempre i miei nipoti che sono ancora molto giovani. Devo dire però che lavorare con quei ragazzi sul set è stato molto interessante. Molti attori non amano lavorare con i ragazzini, io mi sono divertita: abbiamo totalmente improvvisato le nostre scene, soprattutto perché con loro era impossibile comunicare, dato che parlavano solo portoghese. Direi che per la maggior parte del tempo non mi sono sentita nemmeno sul set di un film, piuttosto passavo del tempo con ragazzini del Brasile e mi occupavo di loro. 
 
Non gli hai insegnato un paio di cose sulla recitazione?
Hanno fatto tutto da soli. Verso la fine delle riprese si comportavano come dei veri attori e dibattevano con il regista dicendo: “Il mio personaggio non farebbe mai questa cosa”. È stato divertente.
 
A questi ragazzi è capitato un colpo di fortuna. Forse non avrebbero mai pensato di fare gli attori. Mi chiedo, se Rooney Mara non fosse stata un'attrice, che cosa sarebbe diventata?
Me lo chiedono in molti. Non lo so. Sono comunque un'appassionata di design da interni e dell'immobiliare. Adoro passare il tempo a guardare le case. 

Nei panni di Lisbeth Salander in Millennium: Uomini che odiano le donne.
 
Eppure prima di diventare attrice hai studiato psicologia. Ti piacerebbe riprendere quel percorso? 
È passato. Mi piaceva studiare psicologia, ma sapevo che non avrebbe fatto per me. Non riuscivo a vedermi psicologa. Poi a diciotto anni ho deciso di studiare recitazione. 
 
E allo stesso tempo sei riuscita anche a fare altre cose più interessanti e dedicare tempo per le cause più giuste...
Sì, da quando ho vent'anni ho una organizzazione no-profit che si prende cura dei ragazzini che vivono nei bassifondi in Kenya. Si chiama Uweza e provvede a fornire un tetto, cibo e cure mediche agli orfani di Kibera. Mi sembrava logico mischiare i miei due mondi, questa realtà che in qualche modo riecheggia anche in Trash. 
 
Recentemente Soderbergh ha detto che tu hai l'eleganza di una star del cinema muto...
Mi fa molto piacere che lo dica. Credo che volesse dire che sono molto introversa. Non è la prima volta che me lo fanno notare. Forse è una cosa ottima per un'attrice: comunicare cose senza parlare. 

 
Cosa mi dici invece di non comunicare affatto? Te lo chiedo perché, avendo interpretato il nuovo film di Terrence Malick, c'è il grande rischio che gran parte della tua performance possa essere eliminata dalla versione finale del film. Ci sono passati tanti attori con questo regista. Ne sei al corrente?
E' una cosa a cui non penso. Se dovesse capitare, mi renderei conto che si tratta di una scelta del regista per il bene del film. Mi è successo recentemente: in Lei, inizialmente, avevo un numero maggiore di scene eliminate dalla versione definitiva. Non l'ho presa come una cosa personale. 
 
L'anno prossimo ti vedremo anche in Pan, al fianco di Hugh Jackman...
Dove interpreto Tiger Lily. Lavorare a quel film è stata un'esperienza molto intensa. Ho passato quattro mesi in Gran Bretagna e non abbiamo mai smesso di girare per tutto il giorno. Una semplice scena di quel film veniva girata in un'intera settimana. Ero comunque ispirata da Hugh Jackman che è un vero professionista: una persona molto piacevole che lavora sodo. Un vero workaholic (qui l'intervista di Film.it a Jackman). 
 
Il nostro tempo è scaduto, ma devo farti la domanda di rito: qual era il poster che avevi in camera da ragazzina? 
E' una domanda imbarazzante! (ride). Niente poster, posso dirti però che ritaglio foto dai giornali e le attaccavo al muro. C'erano dunque Alanis Morrissette, Fiona Apple e i Green Day.

In uscita il 27 novembre, Trash è distribuito in Italia da Universal Pictures.
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