Festiva di Cannes 2016
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Woody Allen presenta Café Society: "Non chiamatemi vecchio, farò film per sempre"

Il regista apre Cannes con una storia d'amore affiancato dalle star Kristen Stewart, Blake Lively e Jesse Eisenberg

Cafe Society photocall

Cafe Society photocall

11.05.2016 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes (Nexta)
Cannes - Ottanta anni compiuti lo scorso dicembre, ma Woody Allen - sempre più lento, sempre più sordo come lui stesso ci rivela e con qualche tremore in più - alza lo sguardo e con un'espressione fiera dichiara: "Non mi sento affatto vecchio. Ho ottant'anni e non ci credo ancora. Sono pieno di vita e mi sento giovane. Mangio bene, faccio palestra. E sono molto fortunato ad aver avuto i geni di mia madre che ha vissuto fino a quasi cento anni".

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Il regista apre il sessantanovesimo Festival di Cannes con la commedia Café Society, il nuovo film ambientato tra Hollywood e New York negli anni Trenta (qui il trailer). In sala pochi applausi per una storia che sembra frullata dai soliti temi del regista, scritta e diretta un po' con il pilota automatico. Le prime immagini, come molte di quel film, scorrono con la voce dello stesso Allen, narratore della storia: "Volevo che il film avesse la struttura di un romanzo. E' la storia di una famiglia di cui conosciamo tutti i rami. Ho pensato: 'l'ho scritto io quindi posso anche narrarlo'. Ma niente a che vedere con la mia vita, io non sono mai andato a Los Angeles a cercare fortuna nel cinema".

La storia di una famiglia restringe subito il campo su tre personaggi coinvolti in un triangolo d'amore: Kristen Stewart è la nuova musa del regista contesa sullo schermo da Jesse Eisenberg e Steve Carell. Il protagonista a un certo punto dirà in scena: "La vita è una commedia, scritta da un autore sadico" una delle due battute che scatena le risate in sala - l'altra è "Vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo della tua vita. Prima o poi vedrai che sarà proprio così". Allen però fa quello che ha sempre fatto: "mi riparo dietro l'ironia: sullo schermo sotto la superficie di commedia raccontiamo storie di famiglie spaccate, di dolore e di personaggi profondamente tristi".

Il nostro Woody che proclama di sentirsi giovane, rivela anche di essere profondamente romantico, contrariamente ai suoi film spesso molto cinici riguardo le storie d'amore: "Mi sono sempre reputato un romantico, forse le donne della mia vita non lo hanno mai pensato. O meglio, forse mi hanno visto come uno sfigato romantico. Non sono di certo uno come Clark Gable o Cary Grant, ma "romanticizzo" la mia New York, parlando di un'epoca passata e di storie d'amore, perché mi riportano alla mia infanzia. Torno a quei film della Hollywood del passato con cui sono cresciuto, quelli che mi hanno segnato. Ogni tanto sento il bisogno di fare un film romantico: questo lo era, poi ci sono altri film, tipo Match Point, che sono tutto tranne che romantici".

Mentre nomina i suoi film, Allen torna al tema dell'età e garantisce una cosa: "Ho fatto Jackpot nella mia vita. Mi sento pieno di energie e continuerò a fare film. Almeno finché i produttori saranno sempre così folli da garantirmi il budget per girarli. O magari tra qualche anno mi verrà un ictus e mi vedrete sulla sedia a rotelle e vi ricorderete di questo momento e di questa mia dichiarazione. E a quel punto anche voi vi farete una risata".
 
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