Biennale Venezia 2014
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Venezia: la magica New York di Bogdanovich e Owen Wilson

Regista e attore al Lido per presentare She's Funny That Way. Il regista: “Penso che Hollywood sia in crisi”

Peter Bogdanovich e Owen Wilson a Venezia

29.08.2014 - Autore: Marco Triolo, da Venezia
Sono passati tredici anni da Hollywood Confidential, ultimo film diretto da Peter Bogdanovich nel 2001. Il regista di L'ultimo spettacolo e Paper Moon ha aspettato e aspettato, ma alla fine ha trovato il progetto giusto per tornare dietro la macchina da presa.

She's Funny That Way arriva come un fulmine a ciel sereno nel fuori concorso di Venezia 71 e già c'è gente che lo ha paragonato alle commedie romantiche di Ernst Lubitsch definendolo “un capolavoro” e “qualcosa che non si vede più nel cinema americano di oggi”. Il regista ha presentato il film insieme alla sua star Owen Wilson alla Mostra. “Non vorrei sputare nel piatto in cui (non) mangio – ha dichiarato – ma Hollywood sta andando nella direzione sbagliata con tutti questi film di supereroi, sequel e prequel. I grandi giorni di Lubitsch, Sturgess, Hawks e Ford sono finiti da tempo, oggi i produttori sono interessati solo a fare trecento milioni di dollari nel primo weekend”. E continua: “A me non interessano gli effetti speciali, voglio solo far ridere la gente e credo che questo sia il più grande dono che si possa fare a un regista e che un regista possa fare al pubblico”.


Imogen Poots e Owen Wilson nel film.

“L'idea per questo film è nata sul set di Saint Jack – continua il regista – un film che ho fatto nel 1979 e che era ambientato a Singapore. Come comparse abbiamo usato delle prostitute vere e poi abbiamo dato loro dei soldi perché lasciassero quella vita, cosa che non hanno molto apprezzato. Negli anni '90 abbiamo quindi scritto una sceneggiatura basata sull'idea di un regista che dà dei soldi a una escort per smettere di fare la escort. Il film era pensato per John Ritter, che purtroppo è morto poco dopo. Solo dopo aver incontrato Owen grazie a Wes Anderson ho ripreso in mano il progetto”.

“Sono stato felice di aver lavorato con Peter – interviene Wilson – ed è stato bello girare a New York per davvero. Ultimamente un sacco di film ambientati a New York sono girati altrove”. “Credo che tra questo ruolo e quello in Midnight in Paris ci siano somiglianze – prosegue – Lì ero uno sceneggiatore e qui un regista. In questo caso però non volevo fare un'imitazione di Peter, mi sono affidato a lui perché sapevo che, in quanto regista esperto, mi avrebbe saputo indicare la via”.


Kathryn Hahn, Bogdanovich e Wilson a Venezia.

Wilson, che ha anche contribuito alla sceneggiatura, aveva qualche dubbio sul fatto di essere adatto al ruolo: “Dicevo a Peter che non sapevo se sarei riuscito a fare la commedia screwball, temevo di essere troppo sopra le righe”. “Owen è modesto, ma ha iniziato come sceneggiatore e attore per Wes Anderson e ha dato un grande apporto al film, soprattutto nell'improvvisazione. Gli uscivano dei dialoghi che tenevo immediatamente tanto erano belli. Come attore, invece, ha portato un certo realismo al suo ruolo”.

Il regista conclude con un'ode a New York, sua città natale: “New York è un posto stimolante in cui vivere e scrivere. La gente dice che è cambiata ma per me non è vero. È una città meravigliosa e magica”.

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