Biennale Venezia 2014
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Pasolini – La nostra recensione

Abel Ferrara racconta la vita del regista e scrittore in un film dal tono incerto e troppo didattico

Pasolini

28.09.2014 - Autore: Marco Triolo
Non siamo qui per mettere in discussione le intenzioni di Abel Ferrara. È probabile che, con Pasolini, intendesse creare un film capace di parlare di questo grande del cinema italiano a un pubblico internazionale. Una sorta di punto d'ingresso alle opere del regista e scrittore friulano. Una buona intenzione, appunto: peccato che a farne le spese sia la realizzazione.

Pasolini racconta gli ultimi giorni di vita dell'autore, fino alla fatidica serata del primo novembre 1975, quando fu percosso e ucciso su una spiaggia di Ostia. Il film si dipana tra interviste, riflessioni sui suoi progetti e due lunghe sequenze in cui Ferrara tenta di rappresentare visivamente il romanzo incompiuto Petrolio e il film Porno-Teo-Kolossal. Quest'ultimo segmento è forse il più vivo di tutto il film: Ninetto Davoli e Riccardo Scamarcio interpretano Eduardo De Filippo e Ninetto Davoli in un corto circuito bislacco eppure a tratti irresistibile, e in una sequenza erotica che si protrae in maniera quasi psichedelica. Eppure non bastano un paio di scene ispirate per fare un film, specialmente quando il resto dell'opera fatica così tanto a trovare un senso.

Non viene detto niente di nuovo su Pasolini, non viene tentata nessuna lettura interessante della sua morte. Su tutto si staglia, come un monumento a tutto ciò che può esserci di sbagliato in una simile operazione, l'accento di Willem Dafoe. L'attore fa di tutto per essere preso sul serio, e finché Ferrara lo fa recitare in inglese va tutto bene. Il problema è che, per scelte imperscrutabili, sia lui che altri interpreti passano continuamente dall'inglese all'italiano. Sentire recitare in inglese Valerio Mastandrea è un'esperienza surreale, almeno finché Dafoe non tenta di parlare italiano con pesantissimo accento americano. Siamo di fronte a uno di quei rarissimi casi in cui il film potrebbe essere salvato da un doppiaggio ben fatto, o per lo meno affrontato in maniera più obbiettiva.

Il colpo di grazia lo dà un finale melodrammatico in cui, dopo la morte di Pasolini, assistiamo allo sfogo della madre (interpretata da Adriana Asti) quando apprende la notizia. Senza quella scena il film avrebbe conservato almeno un po' di rigore, così è solo un biopic come tanti.

Pasolini è distribuito da Europictures. Qui il trailer.    

Per saperne di più, leggete le dichiarazioni di Abel Ferrara e Willem Dafoe a Venezia.