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Thor: The Dark World – La nostra recensione

Continuano le avventure del figlio di Odino tra spettacolo e humour. Ma il film tarda a decollare

21.11.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Navi elfiche all'attacco di Asgard. Nel momento in cui l'oscuro Malekith scatena un vero attentato terroristico nel regno di Odino, il regista Alan Taylor – veterano de Il trono di spade – cattura in pieno l'attenzione di chi sta a guardare. E' questa la prima vera sequenza spettacolare di Thor: The Dark World sequel che riprende le avventure del dio del tuono all'indomani dell'assedio a New York visto in The Avengers.



Peccato che per gustarsi questa emozionante scena l'attesa sia stremante. Sono quaranta gli interminabili minuti che separano lo spettatore dal solito repertorio spettacolare garantito da casa Marvel. Il sequel di Thor, infatti, ci mette più del dovuto a decollare: più volte ci si ritrova in preda a sbadigli nel corso di tutta una prima parte che descrive lo status dei protagonisti a due anni dal primo film. Se Ken Branagh aveva trovato la giusta chiave tra pathos ed entertainment, Taylor calca la mano sul lato fantasy, puntando di più sullo spettacolo, con idee visive interessanti. Nel momento in cui il regista scatena l'azione, il film decolla e travolge senza mai dimenticare parentesi umoristiche che strizzano l'occhio al tono di Joss Whedon, sebbene non dosate alla stessa perfezione (si vedano momenti comici che arrivano meno di due minuti dopo scene profondamente drammatiche).

Ambientato tra Asgard e Londra, il sequel di Thor riprende i temi del precedente: il conflitto di idee tra padre e figlio sulla ragion di stato e l'amore tra Thor e Jane Foster, con un breve accenno su un potenziale triangolo d'amore dentro il quale troviamo anche la guerriera Sif. Il tutto mixato a paradossi scientifici e teorie astrali che includono cataclismi per il nostro pianeta. Interessante, ma appena accennato, il parallelo tra Asgard, società maschilista, e la Terra, dove Jane Foster è l'unica leader degli umani protagonisti.



Meno male che in giro c'è sempre Loki a rubare la scena (Tom Hiddleston conferma di essere perfetto per il ruolo). A quanto pare la Marvel ha deciso di girare più scene con l'attore una volta avviata la post-produzione. Saggia idea. Hiddleston è un cattivo per cui si può fare il tifo: con il suo talento e le smorfie sulfuree l'attore conferma che il suo personaggio è il più interessante e allo stesso tempo quello che ancora può riservare tante sorprese. Al suo fianco, Hemsworth ci mette presenza e carisma (ma l'attore è ormai più interessante in altri ruoli); la Portman, invece, è la bellezza per antonomasia e il suo personaggio – l'anello debole del film precedente – diventa finalmente funzionale alla storia. Hopkins continua a incassare gli assegni dei produttori. Lode, invece, a Rene Russo, splendida cinquantenne che finalmente riesce ad avere spazio e battute per il suo personaggio. Cameo di Stan Lee tra i migliori visti nei film Marvel. 3D inutile.

Thor: The Dark World, in uscita il 20 novembre, è distribuito da The Walt Disney Company Italia.

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