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The Young Pope – La recensione della serie TV di Paolo Sorrentino

Jude Law come Kevin Spacey in una serie che analizza l’umanità e le contraddizioni di una figura di potere. Un giovane papa manipolatore, in realtà in cerca di se stesso

The Young Pope

03.09.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
La distinzione tra televisione e cinema è sempre più labile e The Young Pope lo prova ancora una volta, e in maniera praticamente definitiva: vedere su grande schermo le prime due puntate della serie che Paolo Sorrentino ha concepito e diretto per Sky, HBO e Canal + è come vedere un film del regista de La grande bellezza. È il suo cinema, la sua cifra stilistica, né più né meno. Con tutti i suoi pregi e difetti. È anche un’opera estremamente divertente e agghiacciante allo stesso tempo, paragonabile a House of Cards per come riesce a raccontare con toni contraddittori una figura contraddittoria, manipolatrice ma in fondo umana.


QUI L’INCONTRO DI SORRENTINO E JUDE LAW CON LA STAMPA.

Pio XIII, al secolo Lenny Belardo, è il primo papa americano della storia. È anche giovane per la carica che ricopre: ha solo 47 anni. Nella sequenza di apertura lo vediamo sporgersi su Piazza San Pietro per l’omelia inaugurale del suo pontificato, durante la quale si lancia in un monologo che fa zittire tutti, fedeli e prelati senza distinzione. “Ci siamo dimenticati di masturbarci, di abortire, di usare i contraccettivi”, grida a una folla attonita. È solo un sogno, ovviamente, ma il fatto che Lenny sia papa e chiaramente confuso sul da farsi è invece vero.

Jude Law interpreta Belardo con irriverente cinismo e sembra divertirsi un mondo con il suo personaggio, un po’ sociopatico, un po’ bambino orfano ferito nel profondo. Intorno a lui si muove un cast internazionale tra cui spiccano soprattutto Silvio Orlando, nel ruolo del cardinale che muove le fila del Vaticano da dietro le quinte, e James Cromwell, in quello del mentore di Belardo che non accetta che il suo pupillo sia stato eletto al suo posto.



Intorno a loro ci sono le solite composizioni impeccabili, pittoriche, di Sorrentino, che muove tutti i personaggi come fossero le pedine di una enorme scacchiera – non a caso, perché Belardo è stato eletto per essere un burattino e invece stupisce via via tutti girando le carte in tavola – e fa grande uso del rosso porpora dei cardinali e del bianco delle vesti papali, una palette di contrasti cromatici che si sposano perfettamente con la natura intima della maggior parte dei personaggi, predicatori della virtù ma prigionieri del vizio.

Il bello di The Young Pope, però, è che non vuole essere più di tanto una critica sulla Chiesa Cattolica quanto House of Cards non è realmente una critica della politica americana. Entrambi sono character pieces, ritratti di persone controverse, fredde e calcolatrici, che nascondo sotto la scorza una fragilità imprevedibile. Staremo a vedere come proseguirà la serie, ma per ora siamo decisamente catturati.

The Young Pope andrà in onda su Sky Atlantic a partire dal 21 ottobre. Qui il trailer.

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