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The Strain torna in TV: La nostra recensione

La seconda stagione della serie horror creata da Guillermo del Toro parte con un episodio che riprende le fila del discorso e promette “more of the same”

The Strain - Corey Stoll

13.07.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Li avevamo lasciati in fuga sullo sfondo di una New York piombata in un vero e proprio inferno in terra, ma in realtà Ephraim Goodweather (Corey Stoll) e la sua banda di ammazzavampiri (David Bradley, Mia Maestro, Kevin Durand e Ruta Gedmintas) sono rimasti nella Grande Mela, ed è lì, asserragliati in casa di Vasily Fet a Brooklyn, che li ritroviamo all'inizio della prima puntata della seconda stagione di The Strain.

Dopo un bellissimo prologo diretto da Guillermo del Toro, che pesca a piene mani dalle suggestioni da fiaba dark tipiche del suo cinema, torniamo ai giorni nostri, in una New York che ha quasi del tutto ceduto alla barbarie ma tenta ancora di mantenere una facciata di ordine. La transizione verso l'apocalisse vede scontrarsi sempre più da vicino il team Goodweather con il team Maestro, che include il vampiro nazista Eichorst (Richard Sammel) e il magnate Eldritch Palmer (Jonathan Hyde). Mentre questi ultimi mettono in atto un piano agghiacciante per restituire potere al Maestro ferito, Goodweather e Nora cercano una cura all'epidemia, portando avanti anche una battaglia molto più fisica e brutale per le strade di New York.

Questo incipit della nuova stagione promette “more of the same” e, per chi ha apprezzato la prima, sicuramente questa sarà una buona notizia. The Strain, infatti, non ha mai tentato di atteggiarsi a qualcosa di più di quello che è, ovvero una serie horror con una bella premessa e un'esecuzione ritmata e truculenta. Una gioia per chi ama il genere e vuole semplicemente rilassarsi e divertirsi. Il nuovo episodio non tradisce questo, anzi: si riprende esattamente dove si era conclusa la prima stagione e si dà più spazio al “terzo incomodo”, ovvero l'esercito di vampiri guidati dagli Antichi che era stato brevemente introdotto al termine della scorsa serie.

C'è insomma una gran voglia di seguire la strada opposta a The Walking Dead: là dominano introspezione e domande morali, qui si dà la precedenza a inseguimenti, sangue, effetti speciali e colpi di pistola. Sempre fondendo in maniera magistrale la mitologia classica dei vampiri con una variante moderna, legata al procedural e al filone dei film sulle epidemie. Una sintesi di vecchio e nuovo che dovrebbe traghettarci senza tanti scossoni a una inevitabile terza stagione.