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The Imitation Game - La nostra recensione

Benedict Cumberbatch contro l'Asse e una barbara discriminazione moderna

13.09.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Si stima che la seconda guerra mondiale sarebbe durata almeno altri due anni e con decine di migliaia di morti in più se non si fosse riusciti a decrittare il sistema di comunicazione tedesco noto come Enigma. Una operazione cruciale quindi, che ben si capisce possa aver meritato più di una versione, anche cinematografica.

Purtroppo quella raccontata da Enigma di Michael Apted (prodotto da prodotto da Mick Jagger) nel 2001 oltre a riportare il tema all'attenzione del pubblico più recente non era riuscita a rendersi interessante nemmeno arricchendo la cronaca con la piuttosto piatta rilettura datane da Robert Harris nel romanzo trasposto, non senza licenze. Una missione che The Imitation Game sembra invece compiere, non limitandosi al solo Enigma, ma spaziando - con sottotrame e personaggi - sul contesto, particolarmente rivelatorio.



Senza entrare troppo nel merito, infatti, sotto i riflettori finiamo per ritrovare lo stesso 'liberalissimo' Regno Unito che mentre da un lato si erge a paladino della democrazia e si impegna fortemente per il mantenimento della stessa, dall'altro (e senza voler affrontare il tema dei suoi possedimenti coloniali) si adopera con pari vigore contro la temibile omosessualita', continuando a far uso della castrazione chimica contro i rei di cotanto delitto fino al 1967.

Ma il film e' altrove, per la maggior parte del suo svolgimento. Soprattutto nei personaggi, poi in alcuni degli interpreti (come l'ancora una volta impeccabile Mark Strong piu' che la agguerrita Knightley), nel suo tono inevitabilmente british (tanto nello humor, tanto nella parte piu' 'spy') fino a un taglio che la strabordante presenza di Benedict Cumberbatch rende fortemente holmesiano. D'altronde, in scena, c'e' piu' logica che dinamica bellica. Coerentemente con un film che racconta - tra l'altro - la nascita delle Turing Machines che poi portarono agli odierni computer.



Semmai quello che affascina di piu', seppur non sempre in maniera esplicita o evidente, e' l'ambiguita' nel mostrare i diversi segreti e chi li mantiene. La trama spionistica e' solo una superficie, sotto la quale covano dolori, tensioni, frustrazioni e solitudini - dei singoli e dello Stato stesso - che purtroppo non godettero di un catartico falo' come quello rappresentato nel finale del film e che in alcuni casi ebbero esiti vergognosi che questa trasposizione della biografia di Alan Turing scritta da Andrew Hodges (che aprira' la 58ª edizione del London Film Festival, chissa' se con strascico di polemiche) non mette in scena e non svela.

The Imitation Game, in uscita il 20 novembre, e' distribuito da Videa