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Selma - la nostra recensione

Un punto di svolta nella Storia degli Stati Uniti e della questione razziale raccontato

09.02.2015 - Autore: Mattia Pasquini, da New York
Una storia vera, un presupposto spesso sfruttato dall'industria cinematografica contemporanea. Come altri. Ma la Storia, in questo caso ha la lettera maiuscola, visto che Selma - La strada per la libertà di Ava DuVernay racconta un momento fondamentale sulla strada verso la conquista dei diritti civili. Strada che sicuramente è passata per Selma, in Alabama, dove si svolse la tappa fondamentale dello scontro del 1965 per il riconoscimento dei diritti civili per i neri americani, non da abbastanza tempo per potersi definire conclusa.



Non se lo meriterebbe, ma è difficile in questo caso prescindere dall'importanza che ebbe la marcia dei neri afroamericani nel cuore del sud retrogrado e tradizionalista e il focus sul peso di una figura come Martin Luther King Jr. nello scardinarne le abitudini. Un atteggiamento ostile che sullo schermo prende corpo grazie al carisma di Tim Roth (interprete del governatore dello Stato George Wallace), ormai impossibile da scindere da un suo recente e fortunato personaggio televisivo per il continuato gigioneggiare che ormai speso infonde alle sue interpretazioni, o caratterizzazioni, purtroppo.



Interessante l'inserimento del 'dietro le quinte' istituzionale, delle trame dell'FBI e gli impacci del presidente Johnson (ottimo Tom Wilkinson), come anche dei dubbi e le divisioni nel movimento sulla strada da seguire e i tempi giusti nel farlo. Tutti elementi che forse, senza conoscere la cronaca della vicenda, potranno sopraffare lo spettatore, a tratti un poco confuso, ma che nel complesso rendono sicuramente piuttosto didattica ed esauriente la messa in scena.



Il problema semmai è che l'intero film scorre sull'onda delle mozioni e dell'empatia, sin dall'incipit diviso tra il Nobel al leader nero e il racconto - al ralenty (strumento utilizzato in più di una occasione) - di una delle tante ferite della comunità, quella dalla quale tutto prese vita. Una forza che sembra bastare da sola, che sembra trascinare lo spettatore più di altre componenti, che forse avrebbero nnecessitato maggiori attenzioni, vista anche a una certa scolasticità che non aggiunge molto alle qualità intrinseche dette.

[QUANDO STEPHEN FREARS VOLEVA RACCONTARE LA STORIA DI SELMA]

E forse è da cercarsi in questo la ragione principale per cui la nomination al Globe (la prima per una donna afroamericana) non abbia avuto un seguito, nemmeno con quella per i prossimi Oscar (con buona pace delle polemiche seguite alla poca considerazione dell'Academy per un film tanto 'Black' per le candidature 'solo' per Miglior film e Miglior canzone). Nella musica uno degli elementi migliori, non a caso, uno dei pochi in grado di fare la differenza, anche troppo. Visto che sono molti i momenti in cui - forse per demeriti delle immagini - finisce per emergere e prendere il sopravvento in scene chiave, facendo di Selma una sorta di un Gospel Drama


Selma - La strada per la libertà, in sala dal 12 febbraio 2015, è distribuito da Notorious Pictures